Stati Uniti: dibattito sul mantenimento di assistenza economica per l’Autorità palestinese

MaanL'amministrazione Obama sta spingendo il Congresso a sbloccare il congelamento di 200milioni di dollari in soccorso dell'Autorità palestinese. Il blocco è collegato alla richiesta di adesione della Palestina alle Nazioni Unite, avvenuta in opposizione al volere di Stati Uniti e Israele.

Secondo quanto affermato lunedì scorso dalla portavoce del dipartimento di Stato, Victoria Nuland, l'amministrazione stava dibattendo intensamente, con i legislatori più influenti, sul versamento o meno della somma, considerata un'àncora di salvezza per l'Autorità palestinese.

“Abbiamo ancora dei fondi in erogazione. La nostra preoccupazione è che, se il Congresso dovesse cambiare avviso, si potrebbero verificare, a breve, conseguenze evidenti. Alcune parti del Congresso hanno manifestato partecipazione. Stiamo lavorando in questa direzione”, ha dichiarato Nuland in una conferenza stampa.

I legislatori del Senato e della Camera dei rappresentanti hanno appoggiato, nelle ultime settimane, il congelamento del flusso di sussidi stanziato per l'anno fiscale 2011, diretto all'Autorità palestinese.

Kay Granger, presidente repubblicana della sottocommissione che sovrintende agli aiuti esteri, lo scorso agosto ha appoggiato il blocco, “fino alla soluzione della questione del riconoscimento della Palestina all'Onu”.

Il suo portavoce, Matt Leffingwell, fa sapere che è intenzione della presidente “osservare ciò che succede alle Nazioni Unite, e valutarne costantemente gli eventi”.

Il presidente Mahmoud 'Abbas ha presentato, il mese scorso, richiesta di riconoscimento formale della Palestina al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ignorando la minaccia di veto da parte statunitense.

Sia gli Stati Uniti sia Israele ritengono che il riconoscimento della Palestina, come membro dell'Unione, possa avvenire unicamente attraverso la ripresa dei negoziati di pace diretti, falliti un anno fa in seguito al rifiuto, da parte del primo ministro israeliano Netanyahu, di estensione della moratoria per la costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania.

Secondo 'Abbas, l'unica premessa per la possibilità di un ritorno al dialogo negoziale sarebbe un nuovo congelamento degli insediamenti. Si complicano gli sforzi di mediazione per la pace del Quartetto per il Medio Oriente (Usa, Russia, Ue e Onu), tesi a riportare in tempi brevi le due parti al tavolo dei negoziati.

Victoria Nuland fa sapere che l'amministrazione Obama considera fondamentali gli aiuti degli Stati Uniti, ai fini della preparazione dell'Autorità palestinese di 'Abbas al suo eventuale ruolo di governo di uno Stato palestinese.

In una conferenza stampa essa ha dichiarato ancora: “Pensiamo che questo denaro sia d'interesse non solo per i palestinesi, ma anche per gli Stati Uniti e per Israele. Vorremmo poter procedere all'erogazione della somma”.

Le già gravi difficoltà finanziarie dell'Autorità palestinese hanno evidenziato i rischi insiti nella campagna del presidente 'Abbas a portare avanti il programma di riconoscimento statale.

Il mese scorso, il Fmi e la Banca mondiale hanno dichiarato che il programma statale portato avanti a Ramallah negli ultimi due anni dal primo ministro Salam Fayyad, è stato minacciato da problemi finanziari.

L'Autorità palestinese, che ora esercita un autogoverno parziale in alcune parti della Cisgiordania occupata da Israele, ha ripetutamente mancato di corrispondere stipendi pieni e puntuali ai suoi 150mila dipendenti. Nel tentativo di colmare un disavanzo previsto, per quest'anno, in 900milioni di dollari, essa rimane dipendente dagli aiuti stranieri.

Mentre i paesi arabi hanno garantito l'aumento degli aiuti, e l'Unione europea rimane tra i principali donatori, un futuro e significativo calo dei finanziamenti statunitensi potrebbe rappresentare una seria preoccupazione.

I rappresentanti di Camera e Senato degli Stati Uniti hanno già segnalato, per il 2012, il possibile blocco di aiuti fiscali ed economici, nel caso in cui 'Abbas dovesse ottenere concreti e veloci risultati in termini di riconoscimento di uno Stato indipendente.

Traduzione a cura di Stefano Di Felice

 

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