Terre rubate ai palestinesi: i numeri.

 

Ma'an – L’Ufficio centrale di statistica palestinese ha emesso un comunicato oggi in occasione della Giornata della Terra, stimando che oltre l’85% della terra palestinese si trova tuttora sotto il controllo israeliano, mentre il 55% dei coloni ebrei della Cisgiordania è concentrato nel governatorato di Gerusalemme.

 

Secondo i dati del 2008, il numero di avamposti, insediamenti e basi militari in Cisgiordania raggiungeva in quell’anno il totale di 440. Il numero d’israeliani residenti nelle colonie abusive della provincia di Gerusalemme (come ad esempio Gilo, vicino a Betlemme) ammontava a 261.885, di cui 198.458 vivevano all’interno di Gerusalemme est.


“In termini demografici – afferma il comunicato – la percentuale di coloni nei Territori palestinesi nel 2008 equivaleva al 17,2% della popolazione totale della Cisgiordania.”

 

Demolizioni e multe per i proprietari palestinesi.

 

Secondo l’Ufficio, circa 50 milioni di dollari USA sono stati richiesti ai residenti palestinesi di Gerusalemme sotto forma di multe tra il 2004 e il 2008, limitando così le loro possibilità di costruire case nella città.

 

“Le autorità israeliane non solo hanno proseguito nelle loro pratiche razziste nei confronti dei palestinesi con la confisca delle carte d’identità e la demolizione delle case, ma hanno cercato di limitare a tutti i costi l’emissione di permessi di costruzione ai cittadini arabi.”


Dal 2000 al gennaio 2010 sono state demolite 1.010 unità residenziali a Gerusalemme est (escludendo quindi le parti della città legalmente sotto il controllo israeliano). “L’anno 2009 ha visto una crescita notevole del numero di abitazioni abbattute a Gerusalemme, contandone 103 (tutte abitate). Le demolizioni hanno inoltre significato la perdita della casa per 569 palestinesi, tra cui 281 minori.”

 

Oltre alle multe, scrive l’Ufficio, “ulteriori metodi sono stati impiegati dalle autorità israeliane per raggiungere il loro obiettivo demografico” tra i quali la revoca dei diritti di residenza, che ha colpito 8.558 abitanti di Gerusalemme est a partire dal 1967, secondo B’Tselem. All’interno di questo folto gruppo, in 4.577 si sono visti ritirare la carta d’identità nel solo 2008.


Circa 23.100 unità residenziali sono inoltre state distrutte nei Territori occupati palestinesi tra il 1967 e il 2008 in Cisgiordania e Striscia di Gaza “con il pretesto di voler combattere la resistenza all’occupazione e le costruzioni abusive.” Uno studio dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) calcola che di queste 23.100, 13.400 sono state distrutte tra il 2000 e la fine del maggio 2009.


“Queste cifre non contano però le oltre 4.100 unità edilizie rase al suolo e i circa 17.000 edifici andati parzialmente distrutti nella Striscia di Gaza durante la recente aggressione lanciata nel dicembre 2008.”


Le Nazioni Unite stimano che 60.000 palestinesi di Gerusalemme est vivono tuttora in case o palazzi minacciati di demolizione: “La politica edilizia israeliana a Gerusalemme est discrimina la popolazione palestinese, che rappresenta il 60% degli abitanti. Il governo israeliano ha destinato solo il 12% dell’area alle strutture palestinesi.”


“Anche nello spazio ridotto che viene assegnato, pochi palestinesi possono permettersi di portare a termine le procedure per il rilascio dei permessi di costruzione, che sono allo stesso tempo complicate e costose” scrive l’Ufficio.


555.000 dunum confiscati per la costruzione e l’estensione del Muro


Per quanto riguarda le terre coltivate, i dati raccolti dall’Ufficio centrale di statistica palestinese rivelano che l’area tra il Muro e la Linea verde [la parte di terra tagliata fuori dai possedimenti dei villaggi palestinesi, n. d. R.] ammonta a quasi 555.000 dunum [circa 55.500 ettari, n. d. R.], che equivalgono a circa il 9,8% della superficie della Cisgiordania. Il Muro ha inoltre isolato 191km² sul lato est [il lato rivolto verso i villaggi, n. d. R.], il che equivale a circa il 3,4% delle terre.


“È previsto che il Muro divori circa il 46% del territorio della Cisgiordania, diviso in parte tra le aree isolate a ovest del muro (10%) e Gerusalemme (4%). L’area sottratta nella Valle del Giordano costituirà un buon 29%, o per l’attuale piano di separazione o per la costruzione di un eventuale muro a Est, e il restante 3,5% sarà perso a vantaggio delle strade e delle colonie costruite nel resto della regione.”


Israele ha anche stabilito una zona cuscinetto lungo il confine con la Striscia di Gaza, ampia oltre 1.500m lungo il lato est dell’enclave, secondo l’Ufficio. L’area si estende per circa 58km in lunghezza, “il che vuol dire che taglierebbe fuori 87km² della superficie totale della Striscia (una delle regioni più densamente popolate del mondo). Il 24% del territorio si ritroverà così sotto l’effettivo controllo d’Israele.”

 

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