Il portavoce di governo, Taher an-Nunu, ha ribadito la necessità di portare avanti la causa di liberazione e ha promesso l’impegno del governo affinché Israele restituisca il resto delle salme, anche di quelle non più integre.
“Il popolo palestinese non dimentica i martiri della Palestina, siamo così ansiosi di percorrere lo stesso cammino di questi caduti. La volontà israeliana di punire i palestinesi – vivi o morti che siano – dimostra la mostruosità del sistema sionista”, ha detto an-Nunu.
E di sentimenti estranei all’umanità di Israele parla anche Ibrahim Sarsur, capolista del partito Arabi Uniti alla Knesset (parlamento israeliano).
Non sono forse istigazioni prive di giustificazione? Quale rischio per la sicurezza dello Stato hanno rappresentato per tutti questi anni questi corpi senza vita?
Restituire le salme a tappe, è un messaggio che Israele intende recapitare ai palestinesi per ribadire il controllo che esso esercita sulle loro vite, ma a questo punto, anche sui loro corpi senza vita. E’ una grave offesa per i familiari – ha affermato Sarsur -, Israele deve restituire tutti i corpi dei caduti palestinesi che continua a trattenere senza alcuna logica”.
Dalla Striscia di Gaza, l’esponente di Fatah, Isham Safiq Saqallah, si dice deluso per una grande assenza nelle celebrazioni per accogliere a Gaza il rimpatrio di 12 salme.
“Mancavano rappresentanti dei più alti vertici politici di Fatah: Comitato centrale, Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp), Comitato esecutivo e Consiglio rivoluzionario”.