53 moschee e chiese nei Territori palestinesi vandalizzate da ignoti (coloni)

PIC e Quds Press. Dal 2009, circa 53 moschee e chiese nei Territori palestinesi occupati sono state vandalizzate da ignoti – anche se i sospetti ricadono sui coloni estremisti. Ne danno notizia media israeliani.
L’ultimo di questi atti vandalici è avvenuto la settimana scorsa, ai danni della chiesa del monastero di Santo Stefano, a Beit Jamal, vicino a Beit Shemesh, preso di mira per la terza volta in cinque anni, ha riferito il quotidiano Haaretz
Il giornale ha sottolineato che durante l’attacco sono stati rotti oggetti e infissi, tra cui una finestra, alcuni mobili ed una statua della Vergine Maria.
Nel 2013, una bomba incendiaria venne lanciata contro la chiesa e furono scritte frasi d’odio sulle sue pareti. Nel 2016, nel cimitero del monastero, furono dissacrate delle lapidi. Nessun sospetto è mai stato arrestato nei due incidenti e nessuna accusa è mai stata formulata. 
Haaretz ha affermato che dal 2009 al luglio del 2017, più di 53 chiese e moschee sono state vandalizzate in Cisgiordania e nei territori palestinesi occupati del 1948, basandosi sui dati forniti dal ministero israeliano della Sicurezza pubblica.
I dati mostrano che sette persone, le cui identità e moventi rimangono sconosciuti, sono stati incriminati, mentre soltanto nove accuse sono state formulate. Circa 45 casi sono stati chiusi, mentre le indagini per gli altri casi sono ancora in corso. 
Il ministero non ha dato ulteriori dettagli sui criminali e se le accuse siano state formulate in ciascuno dei casi. Tuttavia, è probabile che dietro agli attacchi razzisti ci sia qualche gruppo estremista ebraico. 
Secondo il quotidiano, nove siti sacri cristiani e islamici sono stati vandalizzati nel 2014 e 2015. Nel 2016, sono stati registrati tre atti simili, mentre quattro soltanto nella prima metà del 2017.
Traduzione di F.H.L.