Coloni invadono il sito archeologico di Sebastia

Nablus-Wafa. Venerdì, per il secondo giorno consecutivo, centinaia di coloni israeliani hanno preso d’assalto il sito archeologico di Sebastia, a nord della città di Nablus, secondo quanto riportato da una fonte comunale.

Il sindaco di Sebastia, Mohammad Azzem, ha riferito a WAFA che centinaia di coloni si sono introdotti nel sito sotto la protezione dell’esercito israeliano, che ha dichiarato l’area off-limit per i palestinesi.

Ha aggiunto che il sito è oggetto di attacchi quotidiani dei coloni e di invasioni, in particolare a seguito dell’apertura di un progetto turistico palestinese, noto come Bydar Project, e dell’ostentazione di una grande bandiera palestinese.

Azzem ha anche affermato che Israele ha cercato di costringere il comune a rimuovere un grande pennone palestinese, installato come parte di un progetto di riabilitazione supervisionato dall’UNESCO condotto nella piazza pubblica di Sebastia, nell’area classificata come Area B, con il pretesto che la bandiera provoca i coloni, la cui presenza in città e nel sito rappresenta una provocazione per i residenti palestinesi.

A 11 chilometri a nord-ovest di Nablus, Sebastia è una piccola città storica situata su una collina con vista panoramica sulla Cisgiordania e ha una popolazione di circa 3.000 abitanti.

Un insediamento di primo piano durante l’età del ferro così come nell’era ellenistica e romana, la città comprende un anfiteatro romano, templi, chiese bizantine e crociate, dedicate a San Giovanni il Precursore, che battezzò Gesù Cristo nel fiume Giordano, oltre a una moschea costruita in onore del santo. Cristiani e musulmani credono che la città sia il luogo di sepoltura di Giovanni.

Israele ha tentato di impadronirsi della città, che è diventata un luogo di accesi conflitti culturali, impedendo all’Autorità Palestinese di condurre lavori di restauro nel sito, vietando di fornire servizi turistici ai visitatori di tutto il mondo e rubandone le antichità.

I palestinesi si lamentano del fatto che i coloni israeliani hanno ripetutamente attaccato la città e recintato parti delle sue antichità, dove svolgono rituali religiosi.

I proprietari di ristoranti e hotel denunciano le azioni israeliane nella città, che hanno causato loro gravi danni e perdite.

Israele usa il nome nazionalista ebraico “Giudea e Samaria” per riferirsi alla Cisgiordania occupata per rafforzare le sue pretese fasulle sul territorio e per dare una patina di legittimità storica e religiosa.

Ci sono oltre 700.000 coloni israeliani che vivono in insediamenti coloniali in Cisgiordania e Gerusalemme est.