Narrative sotto assedio: non sentirsi sicuri nella propria casa


Gaza – PCHR -Palestinian Centre for Human Rights. Rawand Tayseer Abu Mughassib, una timida ragazza di 15 anni, è la più vecchia di sette fratelli. Insieme a sua madre, suo padre, tre fratelli e tre sorelle vive in una casa di due piani a sud di Wadi al Salqa, un villaggio collocato ad est di Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Vicino a quella della sua famiglia c’è la casa di suo zio, e non lontano da essa, la casa di sua nonna.

La sera di sabato 29 ottobre, Rawand e la sua famiglia vissero un’esperienza traumatica che lasciò Rawand ferita. Intorno alle 21:45, Rawand uscì dalla casa di suo zio per andare a trovare la nonna, come faceva tutti i giorni. Quando Rawand si trovò vicina al cancello di ferro del muro che separa la casa di suo zio dalla strada, un aereo da guerra israeliano sparò un missile che colpì a quattro metri da lei.

Il missile atterrò sulla strada, a solo un metro dal cancello, schizzando schegge, facendo saltare in aria il cancello di ferro fuori dal muro e rompendo la maggior parte delle finestre delle tre case di famiglia. Quasi tutte le schegge evitarono Rawand, lasciandole solo una lieve ferita alla mano sinistra. Subito dopo l’impatto, il padre di Rawand sentì sua figlia urlare. Si precipitò fuori, e, ricorda: “Quando vidi la sua mano sanguinare ebbi paura che le schegge gliela avessero amputata”. Dopo aver ricevuto le cure in ospedale, Rawand tornò a casa, terrificata.

I membri della famiglia ricordano che c’erano molti droni israeliani in cielo, quel giorno, ma loro non avevano notato alcuna attività inconsueta nei campi circostanti. Il missile che aveva ferito Rawand era apparentemente diretto contro combattenti che erano presenti nell’area, e aveva colpito uno di essi.

Rawand ricorda: “Non mi sono mai spaventata per i droni prima di essere ferita dal missile. Adesso ho molta paura ogni volta che sento un drone nella nostra area e di notte”. Dal giorno dell’attacco vuole dormire nel letto dei suoi genitori, invece che da sola nel suo.

Il padre di Rawand, Tayseer, afferma che molte cose sono cambiate in famiglia, dopo l’attacco del drone. Diversamente da prima, ora i bambini stanno in casa dopo il tramonto “sia perché hanno troppa paura di uscire sia perché glielo proibisco”, spiega. Le sere e le notti sono i momenti più difficili da superare per la famiglia. Non appena il sole tramonta e fuori diventa buio, i bambini diventano più ansiosi e hanno paura a restare da soli. Tayseer cerca di stare con loro il più possibile, dopo il tramonto. Dall’attacco del drone, tutti i membri della famiglia stanno nella stessa stanza dal tramonto al momento di andare a letto. I bambini non fanno più visita a casa della nonna, con il buio.

Rimas, la sorellina di 3 anni di Rawand, mostra chiari segnali di angoscia e di trauma. Suo padre dice che Rimas “vuole salire in braccio ogni volta che sente il rumore di un drone”. Ha anche iniziato a bagnare il letto dopo l’incidente del missile. Gli altri fratelli e sorelle continuano ad avere incubi e piangono molto, secondo i loro genitori. Ora insistono per dormire nella stessa stanza, per avere meno paura.

Questa non è la prima volta in cui Rawand e la sua famiglia non si sentono sicuri nella propria casa. La casa si trova vicino a una zona-cuscinetto imposta da Israele, dove le Forze di Occupazione israeliane regolarmente mirano ai civili indiscriminatamente sparando loro, spingendosi fino a un chilometro dal confine. La casa è anche in prima linea ogniqualvolta l’esercito israeliano organizza un’incursione o ha come obiettivo combattenti vicino al confine. Durante l’operazione Piombo Fuso la famiglia aveva dovuto abbandonare la casa.

C’è poco che i genitori possano fare per assicurare la felicità e la sicurezza dei loro bambini e di se stessi. Vivendo vicino al confine, sostengono l’impatto della violenza che spesso è rivolta indiscriminatamente ai civili. Tayseer non vuole nient’altro che una vita normale e sicura per la sua famiglia: “Non creo problemi a nessuno, eppure non mi sento più al sicuro a casa mia. Il mondo intero dovrebbe sapere cosa sta succedendo qui e cosa stiamo affrontando, noi abitanti di Gaza”.

Le forze di occupazione israeliane utilizzano spesso attacchi aerei per colpire i combattenti nella densamente popolata Striscia di Gaza. Tuttavia, in molte occasioni, tali attacchi feriscono ed uccidono civili che si trovavano nelle vicinanze dell’obiettivo. Dall’inizio di quest’anno, 18 civili sono stati uccisi e 16 sono stati feriti durante attacchi aerei che avevano per obiettivo combattenti nella Striscia di Gaza. Delle persone uccise, tre erano bambini, e altri quattro bambini erano tra quelle ferite.

Traduzione per InfoPal a cura di Giulia Sola 

 

 

 

 

 

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