Polemiche per un’iniziativa ‘umanitaria’ ‘concordata con l’ambasciata d’Israele’

 

Da Il Manifesto – 04/01/2009

COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA
«Gesto umanitario» o operazione «tutta mediatica»?
Roventi polemiche per un’iniziativa «concordata con l’ambasciata d’Israele»
«Rispondendo a un appello del ministro Frattini… l’Unione delle Comunità ebraiche italiane e la Comunità ebraica di Roma – si legge in un comunicato – mettono a disposizione 300 mila euro in medicinali». 200 mila destinati «ai bambini e alla gente di Gaza»», 100 mila «ai bambini e ai civili delle cittadine israeliane del sud di Israele colpiti dai razzi di Hamas». Domani i medicinali saranno messi a disposizione di Frattini (a cui va un forte «apprezzamento» per la posizione presa). Bel gesto, umanitario. «Il nostro è un gesto di umanità», dice Renzo Gattegna, presidente dell’Ucei. E come per qualsiasi gesto umanitario degno di tale nome «non intendiamo dare un giudizio politico dei torti o delle ragioni dell’una o dell’altra parte», gli fa eco Riccardo
Pacifici, il presidente della Comunità romana che pure aveva appena esternato il suo pieno appoggio ai bombardamenti su Gaza.
E invece su quella frase si è scatenato l’inferno fra la comunità ebraica di Roma e ambienti italo-ebraici di Israele. Un certo Shimon Fargion, un ebreo italiano emigrato a Gerusalemme, ha attaccato violentemente
Pacifici sia per quelle parole che suonano troppo equidistanti sia per aver speso soldi della comunità in soccorso dei civili palestinesi di Gaza. Pacifici, fondatore e leader della lista ultrà maggioritaria «Per Israele», non è abituato a essere attaccato da destra e non ci ha visto più. Per cui si è seduto al computer e ha messo in circolo un e-mail furibonda chiarendo la sua posizione («sostegno totale di questa guerra a Gaza») e il senso vero del «gesto di umanità». Un’iniziativa «concordata a priori con i massimi responsabili da parte israeliana (e permettetemi di non aggiungere maggiori dettagli per ovvie ragioni)», assicura Faelino Luzon intervenendo anche lui nel dibattito. Fumo negli occhi, roba buona solo per i media «così come è stato deciso con l’ambasciatore d’Israele di avere in questa prima fase un low profile», rassicura i suoi Pacifici: «Posso garantirvi – scrive – che la scelta tutta mediatica di far arrivare medicinali ai bambini palestinesi e israeliani era ed è solo utilizzata per quando da lunedì comincerà la nostra battaglia sui media a sostegno di Israele». E per il 10 annuncia «un megaevento» da 1500 persone selezionate con l’ambasciatore di Israele «per spiegare le ragioni di Israele e il suo diritto a fare questa guerra». Pacifici giura che la Comunità romana non ha tirato fuori «neanche un euro» per quei medicinali, donati «da un’organizzazione ebraica internazionale» e garantisce «che comunque non arriverà un solo medicinale a Gaza che non sia autorizzato dal Governo di Israele». Il comunicato è il coté ufficiale, l’e-mail è il coté inter-comunitario. Poi c’è il coté personale, ossia l’altro e-mail con cui Pacifici risponde al suo critico Fargion con rudezza virile ma efficace: «Caro testa di cazzo… dammi il tuo indirizzo così ti vengo a prendere a calci nel culo… io qui Per Israele mi faccio un gran culo e vivo sotto scorta… STRONZO… Sappi che ho fatto tutto insieme all’ambasciata d’Israele… Che cazzo ne sai cosa stiamo facendo? STRONZOOOOOOOO».

 

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