Usa: beneficenza per le colonie israeliane

Press Tv. Alcune organizzazioni di beneficenza negli Usa inviano aiuti finanziari alle colonie abusive della Cisgiordania occupata, in aperto contrasto con il piano di pace di Barack Obama per il Medio Oriente.

Secondo un rapporto pubblicato lunedì dal “New York Times”, molti gruppi negli Stati Uniti fanno uso delle donazioni esentasse inviate per aiutare gli israeliani nella loro permanenza nei “Territori Palestinesi Occupati”.

Il rapporto identifica almeno 40 associazioni americane, che solo negli ultimi dieci anni hanno raccolto oltre 200 milioni di dollari (tutti deducibili dalle tasse) da destinare agli insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gerusalemme est.

Nonostante le organizzazioni sostengano che il denaro venga utilizzato per le strutture religiose ed educative, si ritiene che le somme vengano sfruttate principalmente per rinforzare le attività paramilitari ai danni dei palestinesi che vivono nelle regioni occupate da Israele.

I fondi contribuiscono anche ai progetti di giudaizzazione di Gerusalemme e alle campagne ebraiche contro lo stop all'espansione delle colonie.

Una di queste campagne, nota con il nome di “Prezzo da pagare”, consiste nel lancio di azioni violente contro i palestinesi, sotto lo slogan “Per ogni gesto delle autorità israeliane che ridurrà le costruzioni nelle colonie, il prezzo sarà un attacco a una moschea, a una vigna araba o a un oliveto arabo”.

Dato interessante: molti contributi vanno anche alle grandi colonie stabilite nei pressi del confine con Israele, ad alto rischio di annessione in un eventuale “accordo di pace” futuro, secondo il rapporto.

Tutto questo avviene in base la legge Usa in materia di tasse, che proibisce l'uso dei fondi di beneficenza per scopi politici, sia in patria che all'estero.

Un simile, instancabile sostegno alle espansioni delle colonie israeliane in Cisgiordania ha efficacemente ostruito la creazione di uno Stato palestinese, vista come una condizione necessaria dalla politica di Obama per il Medio Oriente.

“Le colonie violano la legge internazionale, e gli Stati Uniti dovrebbero sponsorizzare una soluzione a due Stati; e poi danno le donazioni alle colonie?”, è stato il commento del capo negoziatore palestinese Saeb Erekat, riportato dal “New York Times”.

Il rapporto è giunto proprio mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si trova a Washington per incontrare Obama, per discutere appunto del controverso problema degli insediamenti.

Il colloquio potrebbe anche servire da spinta per rilanciare il dialogo diretto tra israeliani e palestinesi, in fase di stallo dalla fine del 2008, quando Tel Aviv lanciò il suo attacco alla Striscia di Gaza.

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