11 agenti della polizia israeliana feriti, 2 coloni arrestati durante l’evacuazione dell’avamposto di Ofra

419318CBetlemme-Ma’an. Martedì 28 febbraio, due coloni israeliani sono stati arrestati ed almeno 11 agenti di polizia hanno subito lievi ferite quando le forze israeliane hanno cominciato ad evacuare nove abitazioni nell’avamposto illegale israeliano di Ofra, situato nell’area di Ramallah, parte centrale della Cisgiordania occupata, secondo quanto riportato dalla polizia e dai media israeliani. 

Le nove abitazioni erano state costruite illegalmente nel 2008 su terreno privato palestinese, e nel 2015 è stata emessa l’ordinanza di demolizione da un tribunale israeliano, con la data ultima fissata per l’abbattimento il 5 marzo 2017. 

La portavoce della polizia israeliana Luba al-Samri ha affermato martedì in una dichiarazione che undici agenti di polizia israeliani hanno subito “lievi contusioni e persino morsi” mentre due coloni sono stati arrestati “con l’accusa di aver assalito agenti di polizia e di aver disturbato la quiete pubblica”, durante lo sgombero delle abitazioni. 

Le notizie del quotidiano israeliano Haaretz hanno riportato che otto case sono state sgomberate – con i residenti che hanno lasciato volontariamente – mentre centinaia di israeliani di estrema destra ed attivisti pro-coloni si sono barricati all’interno della nona casa, come è stato loro chiesto dalla famiglia che la abitava. 

Lunedì l’alta corte israeliana aveva rigettato un ricorso presentato dai coloni di Ofra per fermare l’imminente evacuazione, chiedendo anche che i nove edifici venissero sigillati anziché demoliti, con la speranza che le case venissero ammesse alla legalizzazione retroattiva in accordo con la “Legge sulla regolarizzazione” che è entrata in vigore all’inizio di febbraio. 

Questa legge potrebbe garantire il riconoscimento ufficiale del governo israeliano ad oltre una dozzina di insediamenti illegali della Cisgiordania costruiti su terreni privati palestinesi. 

La legge stabilisce che qualsiasi insediamento costruito in Cisgiordania “in buona fede” – senza che si sapesse che il terreno fosse proprietà privata di Palestinesi – potrebbe essere riconosciuto ufficialmente da Israele in attesa di una minima prova di supporto del governo nella sua costruzione e di una qualche forma di compensazione per i proprietari terrieri palestinesi. 

Tuttavia, l’alta corte ha deciso che la legge non si applicava alle nove abitazioni e che le demolizioni dovevano essere effettuate.  

Prima che la legge sulla regolarizzazione fosse approvata, Ynet aveva riportato che alcuni funzionari israeliani si erano incontrati con coloni dell’insediamento illegale di Ofra per informarli a proposito della determinazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel trasformare la proposta in legge, e sull’approvazione della costruzione di 68 unità abitative sempre nello stesso luogo.  

Nel frattempo, il procuratore generale israeliano Avichai Mandelblit ha dichiarato a più riprese che la proposta va contro la legge israeliana e quella internazionale e che la Suprema Corte israeliana voleva probabilmente colpire in basso, mentre i funzionari israeliani hanno anche espresso preoccupazione, secondo quanto riferito, in quanto l’approvazione della proposta di legge potrebbe portare Israele davanti alla Corte Criminale Internazionale.  

Quanto accaduto martedì a Ofra con centinaia di attivisti pro-colonie che si sono barricati all’interno degli edifici, protestando e scontrandosi con agenti di polizia israeliani per la maggior parte disarmati, ha rispecchiato l’evacuazione dell’avamposto illegale di Amona dell’inizio di febbraio, durante la quale 13 coloni israeliani sono stati arrestati e 24 agenti di polizia israeliani sono rimasti feriti. 

Come le 9 case di Ofra, anche l’avamposto di Amona ha avuto l’ordine di demolizione, secondo una sentenza della Suprema Corte, per essere stato costruito su terreno privato palestinese, ed anch’esso è stato escluso dalla legalizzazione retroattiva della legge sulla regolarizzazione. 

Quando vi è stata l’evacuazione di Amona, il capo della Lista Comune Ayman Odeh, membro della Knesset e cittadino palestinese di Israele, ha criticato il doppio standard della polizia nell’uso della forza ad Amona e nei villaggi beduini del Negev. 

“Amona è stata evacuata dopo essere stata costruita su terre palestinesi che furono rubate 20 anni fa, mentre i residenti di Umm al-Hiran sono stati evacuati dalle loro stesse terre, senza che avessero rubato la terra a nessuno” ha scritto Odeh in un post su Facebook, riferendosi alla evacuazione di un villaggio beduino avvenuta a gennaio che ha provocato morti e durante la quale anche il membro della Knesset è rimasto ferito. 

“La polizia disarmata israeliana ha evacuato Amona in pieno giorno, con prudenza e trattando con i coloni, mentre la stessa polizia ha effettuato le demolizioni ad Umm al-Hiran armata fino ai denti ed equipaggiata con forniture militari”, ha aggiunto Odeh.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi