2014: l’anno peggiore per le violazioni israeliane dei luoghi santi palestinesi

keribar-izzet-al-aqsa-mosque-dome-of-the-rock-and-russian-orthodox-church-on-right-jerusalem-israelRamallah-Quds Press. Il ministro palestinese per gli Affari religiosi, Shaykh Yusuf Ad‘is, ha dichiarato che il 2014 è stato l’anno peggiore sotto il profilo delle violazioni dei luoghi santi islamici e cristiani in Palestina.

In un comunicato stampa ricevuto da Quds Press in data 9 gennaio, Ad‘is ha affermato che il numero di tali violazioni, durante l’anno 2014, ammonta a 1345 attacchi, distribuiti tra l’attacco alla moschea di al-Aqsa e alla violazione della sua sacralità, insieme all’annuncio di progetti che minacciano di realizzare uno smembramento al suo interno, l’assalto alla moschea Ibrahimi, il divieto di effettuare la chiamata alla preghiera dai minareti, la demolizione di alcune moschee e l’incendio di altre, l’assalto alla tomba di Giuseppe, gli attacchi a terreni del Ministero, a luoghi santi cristiani e a cimiteri.

Ad‘is ha chiarito che tali violazioni “calano nel contesto di un metodo sistematico, costruito sulla base di piani non casuali: l’occupazione israeliana sta cercando di trasformare i luoghi santi in un mercato”. Ad‘is ha insistito sul fatto che le violazioni indicano in modo chiaro la persecuzione religiosa che l’occupazione sta praticando nei confronti dei credenti di fede islamica e cristiana, perché abbandonino i luoghi alla colonizzazioni degli estremisti “che vivono sui nostri luoghi santi, violando la nostra identità, civiltà e cultura”.

Traduzione di Federica Pistono