36 agenzie di sostegno internazionale hanno lanciato un appello per evitare il disastro umanitario a Gaza. Il 78% della popolazione vive sotto la soglia della povertà.

Il 4 maggio, a Gerusalemme, un gruppo di 36 agenzie internazionali di sostegno, operanti nei Territori palestinesi, hanno organizzato una conferenza stampa per lanciare l’allarme contro il deterioramento della situazione umanitaria a Gaza, a sei mesi dal ritiro israeliano.
Hanno affermato che le responsabilità amministrative, manageriali e di coordinamento del settore pubblico non possono essere rimpiazzate dalle organizzazioni non governative -Ong- e dalle Nazioni Unite. E hanno invitato i paesi donatori a continuare a garantire assistenza umanitaria alla popolazione.

Jan Coffey, di Save the Children -UK, ha affermato: “La situazione a Gaza è molto dura: il 78% della popolazione vive sotto il livello di povertà, con meno di 2,1 dollari a persona al giorno, e il 10% dei bambini di cinque anni soffrono di malnutrizione cronica”.

E ha citato i report della Banca Mondiale e dell’Onu che identificano nelle restrizioni israeliane nei movimenti di popolazione e merci, nel mancato trasferimento degli introiti delle tasse e nel taglio di aiuti al settore pubblico le cause del rapido peggioramento della situazione. E ha sottolineato che le condizioni possono peggiorare se le attività umanitarie e di sviluppo continuano a essree minacciate.

David Shearer, capo dell’ufficio dell’Onu per gli Affari Umanitari, ha sottolineato che la situazione umanitaria nella Striscia si sta deteriorando e che peggiorerà se i salari dei dipendenti dell’ANP non verranno pagati. E ha aggiunto: “Tutte le agenzie internazionali di sostegno messe insieme non saranno in grado di rimpiazzare i servizi che l’Autorità palestinese erogava nell’area di Gaza”.

Entrambi i relatori hanno spiegato che i bisogni di assistenza umanitaria saranno notevolmente ridotti se le attività economiche potranno riprendere grazie all’eliminazione delle restrizioni dei movimenti di persone e merci.

Hanno sottoscritto:
1. ACSUR Las Segovias
2. Asamblea de Cooperación por la Paz (ACPP)
3. Campaign for the Children of Palestine
4. Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (C.I.S.P)
5. Centro regionale d’Intervento per la Cooperazione (CRIC)
6. Diakonia
7. EDUCAID
8. Enfants du Monde – Droits de l’Homme
9. Enfants refugies du monde
10. FCD Solidarité Socialiste
11. Gruppo Volontariato Civile (GVC) Italia
12. HAGAR Centers for Rehabilitation
13. Handicap International
14. International Christian Committee
15. International Relief Fund for the Afflicted and Needy (IRFAN – Canada)
16. Italian Consortium of Solidarity
17. Japan International Volunteer Center
18. Medical Aid for Palestine (MAP-UK)
19. Médecins du Monde France
20. Médecins du Monde Suisse
21. Médecins du Monde Greece
22. Mennonite Central Committee
23. Mercy Corps
24. Merlin
25. Middle East Aid
26. Movimiento por la paz, el Desarme, y la Libertad (MPDL)
27. Norwegian Church Aid
28. Norwegian People’s Aid (NPA)
29. Quaker Service- Jerusalem (American Friends Service Committee)
30. Save the Children Sweden
31. Save the Children UK
32. Solidaridad Internacional
33. Swedish Organization for Individual Relief (SOIR)
34. Swedish Cooperative Centre (SCC)
35. Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS)
36. World Vision Jerusalem

Le organizzazioni non governative -Ong – sono testimoni del rapito deterioramento della situazione nei Territori palestinesi. Mentre la situazione nella West Bank è minacciata dalla continua costruzione del Muro, dall’espansione degli insediamenti israeliani e dalle restrizioni dei movimenti, è la situazione umanitaria a Gaza che preoccupa maggiormente le Ong. Sei mesi dopo il ritiro israeliano dalla periferia di Gaza, ci siamo riuniti per esprimere la nostra più profonda preoccupazione per il peggioramento delle condizioni umanitarie a Gaza. 

La situazione è peggiorata a causa di tre fattori:

•La chiusura continua dei valichi e le restrizioni negli spostamenti, che hanno decimato l’economia e le scorte di merci essenziali;

•Il mancato trasferimento, da parte del governo israeliano, delle tasse palestinesi, che costituivano metà degli introiti mensili;

•La sospensione degli aiuti diretti all’ANP e il dirottamento delle donazioni attraverso l’Onu e le Ong, cosa che mina seriamente la capacità dell’ANP, che garantiva l’80% dei servizi, a far fronte alle necessità della popolazione palestinese.

Perciò, le Ong internazionali rivolgono un appello al governo israeliano, all’ANP e alla comunità internazionale affinché:
•riconoscano che l’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese non deve essere minacciata a causa degli sviluppi politici e che 
•vengano attuati gli accordi esistenti sul movimento e gli accessi fuori e dentro l’area di Gaza.

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