54° anniversario dell’incendio doloso di Al-Aqsa

54° anniversario dell’incendio doloso di Al-Aqsa

Europei per al-Quds: “Gravi rischi per la Moschea di Al-Aqsa, la comunità internazionale deve assumersi le proprie responsabilità per fermare le violazioni israeliane”.

In occasione del 54° anniversario dell’attentato incendiario alla Moschea di Al-Aqsa, l’Organizzazione Europei per al-Quds esorta i Paesi dell’Unione Europea e tutta la comunità internazionale a mettere in atto misure efficaci volte a fermare le politiche israeliane che colpiscono direttamente la moschea e l’intera città occupata di Gerusalemme. Tali politiche sono state segnalate da varie organizzazioni internazionali per i diritti umani poiché creano gravi forme di apartheid sia all’interno del complesso di Al-Aqsa che in tutta la città di Gerusalemme.

L’anniversario dell’incendio doloso di Al-Aqsa coincide quest’anno con l’escalation delle politiche di ebraicizzazione portate avanti dal governo di destra israeliano, considerato da molti come il governo più radicale nella storia dello stato occupante. In effetti, questo governo sta lavorando alacremente per trasformare i progetti della destra estremista in azioni concrete.

L’Organizzazione Europei per al-Quds ha lanciato un grido d’allarme per quel che riguarda le politiche israeliane attuate contro la Moschea di Al-Aqsa. Queste politiche prevedono ostacoli da frapporre contro qualsiasi impegno dedicato alla restaurazione necessaria all’interno della moschea e la minaccia di arrestare le persone che lavorano in queste attività di restauro. La situazione è esacerbata inoltre dal crescente numero di cadute di sassi e pietre dovute all’intensificarsi della realizzazione dei progetti di scavo israeliani.

Le forze israeliane hanno costantemente preso d’assalto la Moschea di Al-Aqsa e la Cupola della Roccia, nell’intento di impedire l’i’tikaaf, e compiuto aggressioni sia contro i fedeli che contro tutti coloro che si trattengono nell’area. Inoltre, hanno espulso figure di spicco dell’Islam e di Gerusalemme, riconosciute per il loro ruolo significativo nella salvaguardia della moschea.

Israele sta lavorando contro Al-Aqsa e Gerusalemme utilizzando diversi approcci e politiche tesi alla giudaizzazione della Moschea e cercando di imporre il fatto compiuto in tutta l’area. Il primo approccio è il tentativo di isolare la moschea dai luoghi circostanti attraverso scavi, rivolti alla ebraicizzazione, che si sono estesi da Piazza Al-Buraq ad altre località. Il secondo è quello di aumentare la frequenza delle incursioni compiute dalle forze occupanti; ed infatti l’organizzazione europea ha documentato la partecipazione di 34.311 coloni all’assalto della moschea dall’inizio del 2023, fino alla metà di agosto.

Per quanto riguarda il terzo approccio, esso è rappresentato dai coloni che eseguono preghiere talmudiche e rituali indossando abiti sacerdotali, e che evocano in continuazione i fatti biblici preparatori per la demolizione della Moschea di Al-Aqsa e l’istituzione del cosiddetto “Tempio” sulle sue rovine, portando anche 5 mucche rosse in preparazione della costruzione del Tempio, secondo le credenze dei più estremisti.

L’Organizzazione Europei per Al-Quds sottolinea che l’anniversario dell’incendio doloso della Moschea di Al-Aqsa è un’occasione importante che dovrebbe spingere a fermarsi un attimo a pensare e rendersi conto della portata storica dei pericoli e delle minacce israeliane che mirano ad attaccare la moschea.

Il 21 agosto 1969, un cristiano australiano estremista, Dennis Michael Rohan, tentò di appiccare il fuoco alla Moschea di Al-Aqsa distruggendo alcune parti di Al-Qiblah, l’edificio principale che sorge all’interno del complesso di Al-Aqsa, tra cui il pulpito in legno e avorio, risalente a 1.000 anni prima e di valore inestimabile, che era stato posto in quel luogo sacro dal leader musulmano Salaheddin.

L’incendio scoppiò nell’ala orientale della sala di preghiera, situata sul lato meridionale della Moschea di Al-Aqsa. Le fiamme divorarono 1.500 metri quadri che rappresentavano oltre un terzo della superficie dell’intera cappella di Al-Qibli, corrispondente a circa 4.400 metri quadri. L’edificio fu gravemente danneggiato e furono necessari molti anni per ripristinare la struttura e le sue decorazioni.

L’incendio divorò anche lo storico pulpito della moschea che Salah al-Din al-Ayyubi aveva portato dalla città di Aleppo quando i musulmani riconquistarono Gerusalemme, nel 1187. Questo bellissimo pulpito aveva un valore particolare dato che il sultano Nur al-Din Zangi ne aveva ordinato appositamente la costruzione per il giorno della liberazione di al-Aqsa.

Tutto ciò avvenne nell’ambito di una serie di misure e politiche attuate dall’occupazione israeliana a partire dall’occupazione della città nel 1948, che avevano l’obiettivo di cancellare l’identità islamica della città di Gerusalemme, imponendole l’ebraicizzazione e la presenza di insediamenti coloniali.

E anche durante gli ultimi decenni questa politica non si è fermata, anzi, recentemente si è addirittura intensificata, fino ai giorni attuali in cui le forze di occupazione profanano ripetutamente la Moschea di Al-Aqsa prendendola violentemente d’assalto, aggredendo i fedeli e permettendo frequentemente ai coloni di effettuare incursioni violente e marce nei luoghi sacri islamici.

Europei per al-Quds conferma che l’anniversario dell’incendio doloso della Moschea di Al-Aqsa è un’occasione per ricordare la portata del crimine praticato dalle autorità israeliane contro la moschea e l’intera città di Gerusalemme, i cui abitanti originari devono affrontare quotidianamente le peggiori forme di discriminazione razziale dell’era moderna.

La Moschea di Al-Aqsa è un patrimonio culturale universale, che richiede impegni e collaborazioni a livello mondiale per riuscire a salvaguardarla dalla brutale occupazione che mira a distorcerne la verità storica e a minarne l’essenza islamica.

Data l’escalation di minacce che prendono di mira la moschea, e che sono anche continua fonte di tensioni, la comunità internazionale deve agire immediatamente per fermare i crimini israeliani commessi contro la moschea, i fedeli musulmani e tutti i luoghi sacri, sia islamici che cristiani, situati all’interno della città di Gerusalemme.

Gli abusi e le violazioni di cui sono vittime la moschea e i gerosolimitani non fanno altro che aumentare nei palestinesi la certezza che la loro causa è giusta e rafforzano il legame che tutti gli altri musulmani del mondo hanno con la loro prima Qibla, respingendo qualsiasi tentativo di imporre una divisione temporale o spaziale su di essa.

In questa occasione, l’Organizzazione Europei per al-Quds rende omaggio ai gerosolimitani che si ostinano a difendere la loro città nonostante l’oppressione e il terrorismo israeliano ed esorta i musulmani e i popoli liberi del mondo a sostenerli nella loro legittima lotta per la liberazione dall’occupazione e per l’esercizio del diritto alla libertà di culto e alla conservazione dei loro luoghi sacri.

Europei per al-Quds

21 agosto 2023