A Tiberiade trovate rovine di una moschea del 600 d.C.

Tiberiade – MEMO. I resti di una delle moschee più antiche del mondo sono stati trovati da un team di archeologi israeliani durante uno scavo nella città settentrionale di Tiberiade. La moschea è stata trovata sotto le rovine di un edificio originariamente identificato come risalente al periodo bizantino, e potrebbe essere stata fondata nel 635 d.C. da un compagno del profeta Muhammad, Shurahbil Ibn Hasana, che era un comandante degli eserciti musulmani che conquistarono il Levante nel VII secolo.

Un docente presso l’Università Ebraica che ha guidato lo scavo archeologico, durato 11 anni, ha presentato i risultati del team la scorsa settimana in una conferenza accademica organizzata dall’università e dall’Istituto Ben-Zvi, per commemorare i 2000 anni dalla fondazione della città.

“Non possiamo dire con certezza che questo sia di Shurahbil”, ha spiegato Katia Cytryn-Silverman. “Ma abbiamo fonti storiche che affermano che [Shurahbil] costruì una moschea a Tiberiade quando la conquistò nel 635”.

La precedente moschea più antica era a Wasit, in Iraq, costruita intorno al 703 d.C. La moschea di Tiberiade è più vecchia di alcuni decenni, il che la rende uno dei più antichi edifici di questo tipo disponibili per studi archeologici nel mondo, ha sottolineato l’Università Ebraica.

Tiberiade era una capitale di provincia nel primo impero islamico, ha riferito il Guardian. “I primi califfi costruirono palazzi alla periferia lungo la riva del lago. Tuttavia, fino a tempi recenti, si sapeva molto poco del passato musulmano della città”.

Gli scavi nel sito iniziarono negli anni ’50, quando una struttura con colonne fu trovata ed identificata come un mercato del tardo periodo bizantino. Scavi più recenti del team dell’Università, tuttavia, sono andati più a fondo e hanno scoperto monete e ceramiche del primo periodo islamico, datate tra il 660 ed il 680 d.C.

“Si vede che l’inizio del dominio islamico qui ha rispettato moltissimo la popolazione principale della città: cristiani, ebrei e samaritani”, ha affermato Cytryn-Silverman. “Non avevano fretta di esprimere la loro presenza negli edifici. Non stavano distruggendo i luoghi di preghiera degli altri, ma in realtà si stavano inserendo nelle società di cui ora erano i leader”.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.