Hebron. Un ragazzo palestinese di 14 anni ha rivelato alla tv qatariota Al Jazeera i dettagli sul proprio rapimento da parte dell'esercito israeliano, e della tortura subita.
L'adolescente, Sabri Ibrahim Awad, è stato rapito all'ingresso della città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania, colpito e costretto a bere acqua inquinata.
Awad ha dichiarato ad Al Jazeera che i soldati israeliani lo hanno fermato all'ingresso di Beit Ummar e usato come scudo umano durante gli scontri contro i giovani palestinesi.
Una volta ammanettato, è stato poi costretto a rimanere di fronte alle jeep militari fino a quando è stato fatto entrare a forza in una di queste, dove poi è stato picchiato da alcuni soldati.
Egli ha affermato che si stava dirigendo a una festa di solidarietà nei confronti dei prigionieri politici palestinesi detenuti da Israele.
È stato malmenato per almeno due ore, prima che i soldati lo costringessero a immergere il suo volto nel liquame. Ed è stato picchiato ancora di più quando ha cercato vomitare il liquame stesso, ormai bloccato nella sua gola.
Attualmente Sabri soffre di contusioni e di forte dolore alle gambe e al viso; presenta evidenti ematomi e lividi intorno agli occhi.
Prima di venire finalmente rilasciato, i soldati lo hanno gettato in terra, hanno lanciato una bomba a gas (che è caduta vicino a lui) e se ne sono andati.
L'esercito israeliano ha sigillato Beit Ummar da ben sei giorni, dopo aver chiuso tutti i cancelli di ferro e aver collocato alcuni blocchi di cemento sulle strade principali che conducono alla città.