Johannesburg – PIC. Le forze israeliane che hanno attaccato le persone che stavano trasportando la bara al funerale di Shireen Abu Aqleh, nella Gerusalemme Est occupata, “ricordano in modo agghiacciante la brutalità inflitta durante i funerali degli attivisti anti-Apartheid nel Sud Africa dell’era dell’Apartheid”. E’ quanto affermato dalla Desmond Tutu Foundation, icona della liberazione sudafricana, il defunto arcivescovo Desmond Tutu.
In una dichiarazione rilasciata sabato, Mamphela Ramphele, direttrice della Desmond Tutu Foundation, ha dichiarato: “Le scene in cui membri delle forze di sicurezza israeliane hanno attaccato coloro che trasportavano la bara di Shireen Abu Aqleh, giornalista uccisa mercoledì scorso, ricordano in modo agghiacciante la brutalità inflitta alle persone in lutto ai funerali degli attivisti anti-Apartheid in Sud Africa, durante la nostra lotta per libertà. Come ci ha insegnato l’arcivescovo Tutu, gli autori di violenze e violazioni dei diritti umani potrebbero pensare di portare avanti i loro obiettivi, ma in realtà stanno minando la loro stessa umanità ed integrità”.
Ramphele, che era partner dell’attivista anti-Apartheid Steve Biko, ha aggiunto che i membri delle forze di sicurezza israeliane sono “chiaramente responsabili” per aver sparato alla testa di Abu Aqleh, mercoledì 11 maggio, mentre copriva le notizie nella Cisgiordania occupata da Israele.
“Infiammare ulteriormente la situazione, attaccando il suo corteo funebre, è come cercare di spegnere le fiamme […] con una tanica di benzina”, ha detto.
Anche altri sudafricani si sono uniti ad una protesta internazionale, dopo l’attacco delle forze di sicurezza israeliane al funerale.
Il famoso analista politico Eusebius McKaiser ha affermato che la violenza è fin troppo familiare. “I sudafricani si ricordano. Anche alla polizia dell’Apartheid piaceva attaccarci ai nostri funerali, dopo averci ucciso”, ha scritto.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.