Al-Khudari: Ue ripristini le forniture di gasolio alla centrale elettrica di Gaza

Gaza-InfoPal. “L’Uniono Europea ripristini le sue forniture di carburante alla Striscia di Gaza, alla stregua di quanto faceva nel 2009”. Lo richiede il parlamentare palestinese e presidente del Comitato popolare contro l’assedio, Jamal al-Khudari, in una lettera inviata all’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Catherine Ashton.

In un comunicato scritto, al-Khudari ha affermato che “ripristinare le forniture di carburante all’unica centrale elettrica di Gaza è una necessità urgente per evitare una catastrofe umanitaria, che in caso di arresto totale della centrale, dovuto alla mancanza di carburante, si abbatterà su tutti i settori vitali di Gaza: sanitario, ambientale e sociale, oltre a quelli dell’istruzione e le infrastrutture”.

Al-Khudari ha voluto sottolineato il fatto che “l’arresto della centrale porterà al crollo di tutte di strutture dei servizi di base, già gravemente sofferenti a causa dell’assedio israeliano imposto sette anni fa”.

L’Unione europea finanziava l’acquisto di gasolio industriale per la centrale di Gaza, nell’ambito di un programma di aiuti diretti. Nel novembre 2009, la questione è stata affidata all’Autorità palestinese (Anp), trasferendole anche l’importo del finanziamento, circa 13 milioni di dollari al mese. Da quel momento la cifra entrava nel bilancio dell’Anp, che a sua volta, si rifiutava di pagare la società israeliana che forniva la centrale di gasolio, sostenendo che sono i cittadini di Gaza, con le loro bollette, a dover saldare i conti.

Al-Khudari ha aggiunto che “tutti sanno che i palestinesi non sono in grado di garantire, da soli, le forniture di carburante, e che gli abitanti di Gaza attendono una risposta rapida e decisa da parte dell’Ue, per alleviare le loro sofferenze”.

Normalmente, le corrente elettrica manca nelle case di Gaza per otto ore al giorno, tuttavia, a causa delle difficoltà dovute alla demolizione dei tunnel sotterranei tra Gaza e l’Egitto, e la chiusura dei valichi israeliani, il carburante giunge in modo intermittente alla centrale, che potrebbe arrestarsi del tutto. Alla luce di questi fatti, il periodo di interruzione è aumantato, arrivando a 12 ore giornaliere.