Appello per l’arresto di Peres in Sudafrica per crimini di guerra

44623745Johannesburg-PIC. L’Associazione degli Avvocati Musulmani del Sudafrica sta lavorando per far arrestare l’ex presidente israeliano Shimon Peres durante la sua imminente visita nel Paese, come riportato da vari canali di notizie israeliani.

L’associazione ha chiesto al pubblico ministero del Sudafrica di emettere un mandato di arresto per Peres, che dovrebbe visitare il Paese in settimana e incontrare gli alti funzionari delle comunità ebraiche locali.

Il motivo della richiesta è il supporto avanzato da Peres alla Francia nella guerra contro l’Algeria e la sua responsabilità nel bombardamento israeliano del 1996 sul villaggio libanese di Qana, nell’ambito dell’operazione israeliana “Grapes of Wrath”.

E’ chiaro inoltre che il principale motivo dietro la campagna è il supporto di Peres al regime di segregazione razziale in Sudafrica negli anni ’70 e ’80.

La Media Review Network (MRN), organizzazione con sede a Johannesburg che si dedica a “far conoscere la segregazione sionista e l’occupazione della Palestina”, ha pubblicato lunedì una dichiarazione nella quale dava il suo supporto alla proposta dell’Associazione degli Avvocati Musulmani di arrestare Peres, come riportato in seguito dai media israeliani.

“Peres fu il principale alleato della Francia nella guerra contro la resistenza algerina. Il suo supporto ai francesi durante la crisi di Suez del 1956 fu disastroso, per non dire altro”, prosegue la dichiarazione, aggiungendo anche che Peres fu “l’artefice del progetto di insediamento illegale nelle regioni centrali della Cisgiordania”.

Il ministero israeliano della Giustizia e il ministero degli Affari Esteri hanno replicato di stare lavorando con le autorità del Sudafrica per prevenire ogni possibile arresto di Peres.

L’iniziativa in Sudafrica è un’ulteriore dimostrazione dello spirito combattivo che rimane prevalente nel Paese.

Il partito del presidente Jacob Zuma ha in passato comparato gli attacchi aerei su Gaza alle azioni dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, rievocando l’indignazione dei leader israeliani.

Traduzione di Marta Bettenzoli