Aumento del 90% di demolizioni o sequestri israeliani di strutture palestinesi

Gerusalemme occupata – WAFA. Secondo un nuovo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) nel territorio palestinese occupato, il numero di strutture palestinesi prese di mira da Israele è aumentato del 90% nel 2021 rispetto al periodo equivalente del 2020.

Nel rapporto sulle demolizioni e lo sfollamento in Cisgiordania si legge che, ad aprile, le autorità d’occupazione israeliane hanno demolito, costretto le persone a demolire o sequestrato 23 strutture di proprietà palestinese in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, provocando lo sfollamento di 13 persone, tra cui nove minorenni, e ha avuto conseguenze negative sui mezzi di sussistenza o sull’accesso ai servizi di oltre 100 persone.

Tutte le strutture si trovavano nell’Area C della Cisgiordania occupata o di Gerusalemme Est e sono state prese di mira a causa della mancanza di permessi di costruzione, che sono quasi impossibili da ottenere per i palestinesi, ha sottolineato l’OCHA.

Mentre il numero di strutture prese di mira ad aprile è il secondo più basso di quest’anno, probabilmente dovuto all’inizio del mese del Ramadan (13 aprile), durante il quale le autorità israeliane normalmente interrompono la maggior parte delle demolizioni, la cifra cumulativa nel 2021, a fine aprile, è 90% più alta rispetto all’equivalente dello stesso periodo del 2020 (166 contro 316) e 129% più alta nel gruppo di strutture classificate come umanitarie (48 contro 110).

Una delle strutture, situata nella comunità di pastori di Susiya, Hebron, nel sud della Cisgiordania, e una copertura di una struttura agricola ad al-Khader, Betlemme, erano state fornite come aiuto umanitario.

A Khirbet al-Ras al Ahmar, una piccola comunità beduina nel nord della Valle del Giordano, 21 strutture umanitarie finanziate da donatori, tra cui una strada agricola di 3,2 km, di oltre 60 mila euro, hanno ricevuto ordini di sospensione dei lavori. La comunità, che si trova in un’area designata dalle autorità israeliane come “zona di tiro” per l’addestramento militare, è a maggior rischio di sfollamento.

Inoltre, nella Valle del Giordano settentrionale, un Consiglio regionale coloniale israeliano ha emesso diversi ordini di sequestro contro bancarelle di verdure di proprietà palestinese in una sezione dell’Area C dei villaggi di Bardala e Kardala, nel distretto di Tubas. I legali hanno presentato un’obiezione all’amministrazione civile israeliana, sostenendo che il Consiglio regionale non ha l’autorità di emettere tali ordini contro i palestinesi e ha osservato che questi sono basati sul diritto civile israeliano, che non è applicabile nell’Area C, secondo quanto affermato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Dieci strutture sono state demolite a Gerusalemme Est, nove delle quali dal comune stesso e una dal proprietario della struttura, a seguito dell’emissione di un ordine di demolizione. Sei delle strutture si trovavano nel quartiere di al-Isawiyya, e hanno colpito i mezzi di sussistenza di 18 persone, tra cui 10 minorenni. Altre tre strutture di sussistenza si trovavano nel quartiere di Beit Hanina. Secondo le famiglie colpite, il comune ha demolito le strutture prima della scadenza del preavviso di due settimane concesso loro, mentre l’avvocato si stava ancora preparando per fare ricorso.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.