Caso Mabhouh, Gran Bretagna e Irlanda chiederanno a Israele ‘chiarimenti’.

La Gran Bretagna e l’Irlanda chiederanno a Israele perché sei membri di un commando che ha ucciso un leader di Hamas a Dubai sono entrati negli Emirati Arabi con passaporti britannici ed irlandesi.

Il quotidiano “The Guardian” riporta che l’ambasciatore israeliano sarà chiamato al Foreign Office per “chiarimenti” sull’uso di identità rubate a sei cittadini britannici che vivono in Israele, ma che negano ogni coinvolgimento nell’assassinio, lo scorso mese, del leader di Hamas Mahmoud al-Mabhouh.

Il primo ministro britannico Gordon Brown ha incaricato la Serious Organized Crime Agency (SOCA) di svolgere un’inchiesta a tutto campo per quanto riguarda l’uso di passaporti del Regno Unito.

”Il passaporto britannico è parte importante dell’identità britannica, perciò dobbiamo essere sicuri che tutto viene fatto per proteggerla”, ha affermato Gordon Brown.

Al-Mabhouh è stato trovato morto in un hotel di Dubai il 20 gennaio. Lunedì scorso, la polizia di Dubai ha diffuso i nomi ed informazioni sui passaporti dei sospetti undici componenti del commando, incluse delle riprese video che documentano il via vai del commando dall’hotel dove è stato ucciso al-Mabhouh, il quale, secondo quanto ha detto la polizia di Dubai, è morto per soffocamento.

Vendetta

Nel frattempo, migliaia di palestinesi hanno manifestato nel nord della Striscia di Gaza per commemorare al-Mabhouh, fondatore delle Brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas.


Un portavoce delle Brigate al-Qassam, Abu Obaida, ha affermato che “è stato deciso il modo per rispondere a quest’assassinio”, aggiungendo che “presto Israele – che deve stare attento a cercare d’invadere Gaza un’altra volta – pagherà per questo crimine”, perciò deve attendersi una “dura replica”.
 

“Israele non nega e non conferma”.
Mercoledì 17 febbraio, il ministro degli Ester israeliano Avigdor Lieberman ha dichiarato che “non vi sono prove evidenti che siano stati i servizi segreti israeliani ad uccidere al-Mabhouh”, sebbene egli non neghi  recisamente ogni responsabilità israeliana.

”Non capisco perché dobbiamo presumere che sia stato Israele o il Mossad, facendo uso di quei passaporti. Non c’è motivo di pensare che sia stato il Mossad, e non, piuttosto, i servizi segreti di qualche altro Paese”.

Ad ogni modo, anche Liberman né conferma né nega chiaramente la responsabilità israeliana: “Israele non è tenuto a rispondere: non conferma e non nega, e non vi sono motivi perché Israele modifichi questa linea di condotta.

(Fonte: Maan News)

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