Comunicato stampa API: gli eventi di questi giorni sono conseguenza di oltre 75 anni di spietate politiche coloniali israeliane

I drammatici eventi di questi giorni in Palestina sono una diretta conseguenza di ciò che subiscono da oltre 75 anni i nativi palestinesi, vittime delle spietate politiche coloniali israeliane. 

In particolare, la Striscia di Gaza è sotto feroce assedio israeliano (di terra, mare e cielo) dal 2007, e si trova in una situazione umanitaria catastrofica – che è sotto gli occhi della silente comunità internazionale molto coinvolta su altri fronti, come quello ucraino.

Doppio standard. Il diritto internazionale prevede che un popolo oppresso, schiacciato, invaso si ribelli e reagisca, tentando di porre fine alle ingiustizie di cui è vittima. Tale diritto è stato prontamente concesso all’Ucraina, ma viene negato agli autoctoni della Palestina, colonizzati da Israele da oltre sette decenni, vittime di pulizia etnica, genocidio, apartheid e razzismo e crimini di guerra. E, come se non bastasse, quando essi si ribellano, vengono accusati di “terrorismo”, in un vigliacco e inaccettabile doppio standard da parte della comunità internazionale, dei politici occidentali, italiani compresi, e di tutti i media mainstream.

La resistenza del popolo palestinese è legittima e si inquadra, appunto, nel diritto internazionale: è un diritto sacrosanto e da rispettare, in considerazione del fatto che l’Occidente non muove un dito per proteggere e tutelare i nativi palestinesi dalla brutale violenza di coloni e forze israeliane.

Bombardamenti israeliani: stragi di famiglie. Da sabato, la densamente popolata Striscia di Gaza, con gli oltre due milioni di civili, molti dei quali bambini e donne, è sotto feroce attacco israeliano, che, finora, ha provocato 500 morti e quasi 3000 feriti, con intere famiglie distrutte.

Negando la realtà sul campo, politici e media occidentali parlano di “attacco di Hamas”, di “attacchi terroristici palestinesi” a Israele, senza contestualizzare la situazione, come, invece, dovrebbero, per dovere di informazione e ruolo politico e diplomatico. Ci chiediamo: come si fa a schierarsi da una parte sola, violando il dovere di neutralità che i politici dovrebbero avere? Come si fa a vendere un’informazione parziale, decontestualizzata dalla realtà storica e geopolitica, diventando partigiani di una fazione – quella israeliana -, in barba alla correttezza, alla deontologia professionale, al rispetto dei fatti, ecc.?

Appoggio unilaterale ai colonizzatori. E’ ciò che accade nel mondo politico e mediatico occidentale, e in Italia, dove politici di governo e di opposizione si sono sguaiatamente espressi a favore della potenza occupante e coloniale israeliana e contro le vittime storiche, i Palestinesi. 

L’Italia ha un importante passato di sostenitrice dei diritti dei popoli oppressi nel Mediterraneo, di amica dei Palestinesi, di ponte tra i popoli – vogliamo ricordare la posizione del compianto presidente della Repubblica Sandro Pertini? -, ma ora si ritrova completamente schierata dalla parte degli oppressori, dei colonizzatori sionisti, in un anacronistico tentativo di salvare uno degli ultimi vessilli del colonialismo occidentale (Israele) in un mondo ormai multipolare e in rapido processo de-coloniale, con ricomposizioni geopolitiche che stanno frantumando l’egemonia occidentale su gran parte del Pianeta.

Processi de-coloniali e nuovi scenari geopolitici. Proprio in questo scenario geopolitico multipolare e in fase di veloce decolonizzazione del Sud Globale serve un maggiore impegno della comunità europea verso una pace giusta e onorevole in Palestina; servono pressioni su Israele affinché rispetti le numerose, e sempre disattese, Risoluzioni ONU, la legalità internazionale e i vari impegni presi nel corso dei decenni; servono azioni che impongano alla potenza occupante di porre fine alla colonizzazione esponenziale della Cisgiordania e di Gerusalemme.

I politici europei, e italiani, devono mettere in atto la diplomazia e non la partigianeria di posizioni acritiche e cieche, e in tal senso vergognose e indegne delle cariche pubbliche, ufficiali, che essi ricoprono. 

In quanto rappresentanti della diplomazia italiana ed europea essi devono equilibrare le loro posizioni e dichiarazioni, tenendo conto dei due attori – palestinesi e israeliani – e lavorare affinché il diritto e la giustizia siano implementati e rispettati.

Al popolo nativo palestinese deve essere riconosciuto il diritto di poter vivere in pace e dignità nella sua terra, così come avviene con altri popoli del mondo.

Genova, 9 ottobre 2023

API-Associazione dei Palestinesi in Italia