Damasco: “Opposizione” non sfrutti ritirata dell’esercito

Il rappresentante siriano presso l'Onu, Bashar al-Ja'fari.

AlManar – Edizione locale. Il rappresentante permanente della Siria alle Nazioni Unite, Bashar al-Ja’fari, ha dichiarato oggi che il suo paese esige un “impegno scritto” della cosiddetta opposizione siriana, con la quale ci s’impegni a non approfittare della ritirata delle forze armate del regime da alcune regioni.

Al-Ja’fari ha infatti sottolineato che, dopo la promessa da parte di Damasco di rimuovere le proprie truppe dalle città sedi di conflitto entro il prossimo 10 aprile, l’Inviato internazionale Kofi Annan non ha ricevuto “alcuna garanzia” che l’altra parte non avrebbe sfruttato la situazione.

Lo stesso rappresentante ha poi aggiunto che il Qatar non è in alcun modo interessato alla fine delle violenze in Siria.

Parlando all’agenzia stampa siriana Sana, al-Ja’fari ha infatti criticato l’atteggiamento del delegato del Qatar presso le Nazioni Unite, Naser ‘Abd al-‘Aziz an-Naser, affermando che “la sua condotta ha dimostrato come il Qatar stia interferendo con il lavoro dell’Assemblea generale, e come stia usando quest’ultima per intromettersi nelle questioni siriane”.

Ha quindi messo in evidenza che “an-Naser, all’inizio del suo discorso, aveva ordinato che la copertura TV venisse tagliata, nonostante la seduta fosse teoricamente aperta ai media”, e che “questo dimostra il suo atteggiamento cospiratorio, la sua mancanza di oggettività e il suo tentativo di ostacolare una soluzione alla crisi siriana”.

Al-Ja’fari ha poi denunciato come an-Naser non sia “neanche un po’ interessato a porre fine agli scontri in Siria”, riferendosi in particolare al rifiuto da parte di questi “di osservare un minuto di silenzio in onore dei martiri siriani”.

“Il rappresentante del Qatar ha abusato dei suoi poteri” ha rincarato il delegato siriano “e ha fatto uso della riunione per portare avanti le agende politiche del suo paese e dell’Arabia Saudita”. Ha quindi considerato la condotta di an-Naser “una vergogna che rimarrà come uno stigma negli archivi dell’Onu”.