Decine di palestinesi feriti negli scontri di al-Khalil/Hebron

Hebron/al-Khalil. Due giornalisti sono stati feriti da proiettili di metallo ricoperti di gomma e decine di cittadini sono rimasti asfissiati dall’inalazione di gas lacrimogeni dopo che le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno fatto irruzione nell’area di Bab al-Zawiya di al-Khalil/Hebron, martedì sera.

Scontri (*) sono scoppiati quando i soldati hanno represso violentemente una marcia a favore dei prigionieri in città.

Il fotoreporter Abdel Mohsen Shalaldeh è stato colpito da un proiettile di metallo rivestito di gomma alla mano, mentre il suo collega, Mosab Shawar, è stato colpito al piede. Entrambi sono stati portati in ospedale per le cure.

La manifestazione attaccata dalle IOF era a sostegno delle proteste dei prigionieri palestinesi in rifiuto delle misure punitive del servizio carcerario israeliano.

4.500 prigionieri palestinesi sono attualmente rinchiusi nelle carceri israeliane, tra cui 34 donne, 180 minorenni e circa 500 detenuti amministrativi.

(Fonti: PIC, Quds Press e Wafa).

(*) Nel linguaggio militare, gli scontri avvengono tra eserciti o gruppi armati di pari forze. Tra Tsahal, l’esercito israeliano, e la Resistenza o i gruppi di giovani palestinesi che rispondono alle aggressioni dell’occupante israeliano non c’è parità di forze. Pertanto, riportiamo tra virgolette il termine scontri/scontro, per non indurre i lettori meno informati a pensare che in Palestina sia in atto un conflitto/guerra tra attori con eserciti, armamenti e forze paritarie.