Della guerra, della mistificazione, della propaganda, del bipensiero…

Della guerra, della mistificazione, della propaganda, del fanatismo, del bipensiero…

"Perfino dal più umile membro del Partito ci si aspetta che, entro limiti ben definiti, sia abile, attivo e addirittura intelligente, ma è anche indispensabile che sia un fanatico credulo e ignorante, in preda a sentimenti quali la paura, l’odio, l’adulazione e il tripudio orgiastico. In altri termini, è necessario che abbia una mentalità in linea con lo stato di guerra. Non importa che la guerra si combatta per davvero e, poiché una vittoria definitiva è impossibile, non importa nemmeno se la guerra vada bene o male: serve solo che uno stato di belligeranza persista. Questa scissione dell’intelligenza, che il Patito chiede ai suoi adepti e alla quale si perviene più agevolmento in un’atmosfera di guerra, è ora quasi generale, ma diviene tanto più accentuata quanto più in alto si sale nei gradi della gerarchia. (…) Nella sua qualità di dirigente, è spesso necessario che un membro del Partito Interno sappia che questo o quel particolare relativo alla guerra è falso, in più di un caso può avere coscienza che l’intero conflitto è una mistificazione, che o non esiste affatto o si combatte per fini del tutto diversi da quelli dichiarati. Una simile consapevolezza è agevolmente neutralizzata dalla tecnica del bipensiero. Nel frattempo nessuno membro del Partito Interno vacilla, neanche per un istante, nella sua mistica certezza che la guerra è vera (…)".

George Orwell, 1984

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