MEMO. Il movimento “Ebraismo Progressista” negli Stati Uniti ha espresso la propria contrarietà al cambiamento nella politica del Fondo nazionale ebraico che ha intenzione di avanzare un finanziamento per l’acquisto di terreni nella Cisgiordania occupata. Il movimento teme che questo passo possa danneggiare lo stato sionista e le sue relazioni con l’amministrazione Biden a Washington, che ha riserve sugli insediamenti di Israele.
Inoltre, il movimento ritiene che il cambiamento complicherà i legami di Israele con la comunità internazionale. Tutti gli insediamenti israeliani in terra palestinese sono illegali secondo il diritto internazionale.
“Apprezziamo e sosteniamo lo stato ebraico e democratico di Israele”, ha spiegato Richard Jacobs, capo del movimento. “Questo è il motivo per cui continueremo a opporci con fermezza alle politiche che minano l’incolumità, la sicurezza e il carattere morale della nostra patria ebraica (…) specialmente in questo momento in cui Israele non vede l’ora di stabilire relazioni forti con l’amministrazione Biden, poiché questa mossa unilaterale potrebbe essere sia controversa che dannosa”.
Pochi giorni fa, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha affermato che è necessario che Israele eviti di adottare misure unilaterali che potrebbero inasprire le tensioni e minare gli sforzi fatti per raggiungere una soluzione che metta d’accordo i due stati. Tali misure prevedono l’annessione di territori, la costruzione di insediamenti e le demolizioni di case.
I cambiamenti da parte del Fondo nazionale ebraico emergono in seguito alla crescente influenza dell’estrema destra all’interno delle organizzazioni sioniste, ha riportato Israel Today.
Il Fondo nazionale ebraico fu istituito nel 1901 con lo scopo di acquisire terreni in Palestina per costruire insediamenti coloniali, quasi cinquant’anni prima che lo Stato di Israele fosse dichiarato tale nel 1948. Tutti i terreni acquistati dal Fne sono ad uso esclusivo degli ebrei. I critici sottolineano che è uno strumento dell’apartheid israeliano che discrimina apertamente gli arabi palestinesi.
(Le forze di sicurezza israeliane sparano gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti palestinesi a seguito di una manifestazione contro l’espansione degli insediamenti nei pressi del villaggio di Beit Dajan, a est di Nablus, nella Cisgiordania occupata, il 12 febbraio 2021. JAAFAR ASHTIYEH/AFP via Getty Images]).
Traduzione per InfoPal di Eleonora Nicosia