Escalation delle aggressioni israeliane contro il sud della Striscia di Gaza. Sabato, l'esercito ha invaso l'aeroporto, distrutto, di Gaza.


Domenica 15 luglio,

mentre in Cisgiordania le Brigate di Fatah siglano una tregua con Israele, in risposta all’amnistia annunciata dal governo Olmert, la Striscia di Gaza governata da Hamas registra un’escalation di attacchi e di aggressioni israeliane.

E’ la vecchia, e sempre valida, logica del divide et impera, che per decenni anche Israele aveva cercato di attuare, invano, contro la resistenza palestinese (riuscendovi, in realtà, con gli accordi di Oslo, siglati con l’Olp di Arafat nel 1993 e contro il volere di gran parte dei partiti e dei movimenti nazionali palestinesi). In queste settimane tale strategia sembra far sempre più breccia all’interno di Fatah e delle brigate ad essa collegate.

Tra venerdì e sabato, infatti, l’esercito israeliano ha ampliato l’invasione del sud della Striscia di Gaza, aumentando le aggressioni.

6 tank, appoggiati da bulldozer, sono entrati nell’area di Nahda, a est di Rafah, coperti dal fuoco delle mitragliatrici diretto a case e campi.

Sabato, i militari hanno occupato il distrutto aeroporto internazionale Yasser Arafat e trasformandolo in una base militare.

Testimoni oculari hanno raccontato che ieri sera 15
carrarmati israeliani hanno invaso l’area e l’aeroporto, coperti dal fuoco intenso degli elicotteri.

L’aeroporto internazionale di Gaza è a sud-est di Rafah, tra i valichi di Rafah e Karem Salam, al confine con l’Egitto. In una posizione strategica per Israele.

Questa mattina, le Brigate Al-Quds, ala militare del Jihad islamico, hanno rivendicato l’attacco contro due soldati israeliani appostati nell’aeroporto.

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