Escalation delle violenze israeliane contro la Striscia di Gaza: 4 morti.

Escalation delle aggressioni dell’esercito israeliano contro la Striscia di Gaza: tre combattenti delle Brigate Al-Qassam sono stati uccisi questa mattina (si legga: https://www.infopal.it/testidet.php?id=5019); un altro giovane, Shadi Abu Dahir, 22 anni, è stato colpito a morte dall’artiglieria israeliana nell’area di Kissufim.

Fonti dell’ospedale Nasser di Khan-Younis hanno reso noto che il corpo del ragazzo è giunto a pezzi.

In una conferenza stampa, il portavoce della presidenza palestinese ha dichiarato che "questi crimini confermano che il governo israeliano sta perseguendo la sua politica di omicidi mirati e di assassinii e sta ignorando l’impegno dei palestinesi nella tregua e la richiesta di estenderla anche alla West Bank".

Il portavoce ha sottolineato che "questi crimini rappresentano un duro colpo contro tutti gli sforzi effettuati da molte parti per rilanciare il processo di pace e ritornare a un tavolo delle trattative". E ha addossato le responsabilità al governo israeliano accusandolo di "far saltare tutti i tentativi di tregua".

E ha lanciato un appello alla comunità internazionale e al Quartetto affinché intervengano immediatamente per porre fine a queste aggressioni.

Da parte sua, il movimento di Hamas ha chiesto a tutte le fazioni palestinesi di vendicare l’uccisione dei connazionali.

Il portavoce del movimento di resistenza islamica, Isma’il Radwan, ha dichiarato che "l’aggressione deve essere affrontata con una forte reazione. Una tregua che non progette e preserva il sangue palestinese è inutile". E ha condannato l’escalation israeliana come un "atto terrorista pericoloso" e ha aggiunto che i palestinesi "hanno il diritto di resistere all’occupazione".

Da parte sua, il ministro della sanità palestinese, Redwan Al-Akhras, ha lanciato un appello all’Organizzazione Mondiale della Sanità, alla Croce Rossa e alle organizzazioni umanitarie affinché intervengano per porre fine alla crisi umanitaria che sta investendo la Palestina, anche a seguito delle nuove violenze israeliane, della chiusura delle varie aree, dell’assedio e del divieto alle equipe mediche di prestare soccorso ai feriti.

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