Euro-Med denuncia i tentativi israeliani di diffondere il coronavirus nelle aree palestinesi

PIC. L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor (Euro-Med Monitor) ha denunciato le forze di occupazione israeliane per aver continuato a prendere d’assalto le città palestinesi, aggredendo la popolazione civile senza prendere misure preventive e ignorando completamente i pericoli che tale comportamento avrebbe potuto causare alla luce della diffusione del coronavirus in Israele.

Secondo l’Euro-Med Monitor, sono state effettuate 207 incursioni israeliane nelle città palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme est da quando il governo palestinese ha dichiarato lo stato di emergenza nei suoi territori, il 6 marzo 2020, come misura preventiva per controllare lo scoppio del nuovo coronavirus.

Queste incursioni hanno incluso l’arresto di 191 palestinesi, attacchi contro altre decine e la demolizione di case palestinesi. La maggior parte di tali operazioni ha avuto luogo senza misure preventive e senza che i soldati indossassero mascherine appropriate per prevenire la diffusione del virus.

“Nello stesso periodo, i coloni israeliani hanno effettuato 19 infiltrazioni nei quartieri palestinesi in Cisgiordania, oltre a compiere attacchi contro la popolazione palestinese e le loro proprietà”, ha dichiarato Euro-Med Monitor.

Ha sottolineato, inoltre, che tali pratiche israeliane ostacolerebbero le misure preventive palestinesi per contrastare la diffusione del virus, considerandole una minaccia alle misure di quarantena e al distanziamento sociale adottate dall’Autorità palestinese in linea con le istruzioni impartite dall’Organizzazione Mondiale della Ssanità (OMS).

L’Euro-Med Monitor ha anche affermato che sta seguendo “con grande preoccupazione segnalazioni di comportamenti sospetti di soldati e coloni israeliani, durante l’assalto di case palestinesi, mentre alcuni di loro sputavano contro auto parcheggiate, bancomat e serrature di negozi, il che fa pensare a deliberati tentativi di diffondere il virus e provocare il panico nella società palestinese”.

Anas al-Jerjawi, il direttore regionale dell’Euro-Med per il Medio Oriente e il Nord Africa, ha affermato che le pratiche sospette delle forze israeliane durante l’assalto alle città palestinesi rafforzerebbero le ipotesi di ostilità da parte dell’esercito israeliano e dei coloni contro la popolazione palestinese.

Al-Jerjawi ha sottolineato la necessità di frenare le violazioni israeliane nei Territori palestinesi occupati, soprattutto in un momento in cui il mondo soffre della pandemia del coronavirus, avvertendo che la persistenza delle incursioni israeliane aumenta la possibilità di diffondere l’infezione tra la popolazione palestinese in Cisgiordania e Gerusalemme est.

“Il pericolo di queste incursioni è in relazione alla diffusione del coronavirus in Israele e alla morte di 16 israeliani, mentre altri 4.500 sono risultati positivi, il che significa ogni incursione delle forze o dei coloni israeliani rappresenta un potenziale pericolo di diffusione del virus nelle aree palestinesi”, ha dichiarato l’Euro-Med. E ha inoltre aggiunto che “i detenuti palestinesi corrono il rischio di essere infettati dal virus a causa del contatto diretto con i soldati israeliani o durante le indagini, e quattro, sospetti di contagio, sono isolati in una prigione israeliana.

“Mentre tutti i paesi stanno cercando di garantire la sicurezza e aumentare le misure e le forniture sanitarie per prevenire lo scoppio della pandemia, il 26 marzo 2020, le forze israeliane hanno sequestrato otto tende nella valle del Giordano settentrionale, due delle quali erano state allestite come cliniche sanitarie e altre quattro come rifugi per i cittadini in caso di emergenza.

“Da lunedì mattina, 23 marzo 2020, le autorità israeliane hanno iniziato a espellere migliaia di lavoratori palestinesi della Cisgiordania, che lavorano in Israele, attraverso posti di blocco, dopo che alcuni di loro hanno mostrato stanchezza e temperature elevate. La maggior parte delle espulsioni ha avuto luogo senza visite mediche o accordi speciali con le autorità palestinesi.

“Queste pratiche rappresentano una minaccia per la salute pubblica e facilitano la diffusione di COVID19 tra i palestinesi. L’unica vittima del coronavirus nei Territori palestinesi è una donna infettata da suo figlio, che lavora in Israele. Molti dei 109 palestinesi contagiati da coronavirus sono stati infettati durante il lavoro in Israele o negli insediamenti in Cisgiordania”.

L’Euro-Med Monitor ritiene Israele, in quanto potenza occupante, pienamente responsabile di tali pratiche pericolose e chiede di porvi fine.

L’organizzazione con sede a Ginevra ha esortato la comunità internazionale ad agire e assumersi le proprie responsabilità per proteggere i palestinesi e costringere le forze israeliane a fermare le incursioni che minacciano le misure preventive adottate dall’ANP per controllare il diffondersi del coronavirus.

Ha anche chiesto di indagare sul comportamento sospetto di diversi soldati e coloni, che sembrano voler diffondere l’infezione.

Traduzione per InfoPal di Alice Conte