Ex spia israeliana si unisce a coloni nell’invasione alla tomba di Giuseppe

Nablus – WAFA. Nella notte di martedì, un’ex-spia israeliana si è unita a decine di coloni nell’invasione dell’area della tomba di Giuseppe, nella città di Nablus, nel nord della Cisgiordania, secondo quanto affermato dai media israeliani.

Jonathan Pollard, uno statunitense che ha scontato una condanna a 30 anni per spionaggio, si è unito ad un convoglio di autobus pieno di coloni fanatici che hanno fatto irruzione nel sito, situato nell’area controllata dai palestinesi, dove hanno eseguito rituali religiosi, mentre le IOF hanno garantito la loro sicurezza.

Il luogo della tomba di Giuseppe è un caso controverso. I palestinesi credono che il sito sia il monumento funerario allo Sheikh Yousef Dweikat, una figura religiosa locale, mentre i coloni israeliani credono che appartenga al patriarca biblico Giuseppe.

Israele usa il nome nazionalista ebraico “Giudea e Samaria” per riferirsi alla Cisgiordania occupata, per rafforzare le sue pretese sul territorio e per dare loro una patina di legittimità storica e religiosa.

Ci sono oltre 700 mila israeliani che vivono nelle colonie in Cisgiordania e Gerusalemme Est.

Pollard, che ora ha 66 anni, vendette segreti militari a Israele mentre lavorava come analista dell’intelligence civile per la Marina degli Stati Uniti, negli anni ’80. Venne arrestato nel 1985 dopo aver tentato, senza successo, di ottenere asilo presso l’ambasciata israeliana a Washington e si dichiarò colpevole. La vicenda di spionaggio mise in imbarazzo Israele e offuscò le sue relazioni con gli Stati Uniti per anni.