Funzionario palestinese: la campagna contro il collaborazionismo prosegue

Gaza-Quds Press. Ibrahim Salah, responsabile del ministero dell’Interno di Gaza per le relazioni pubbliche e con i media, ha affermato che la campagna di arresti contro i collaboratori d’Israele, lanciata dai servizi di sicurezza di Gaza allo scadere del termine concesso loro per consegnarsi spontaneamente, sta procedendo nella totale riservatezza. Ha anche sminuito la portata delle minacce israeliane al suo ministero, e sottolineato l’intenzione di proseguire la campagna.

Nelle prime ore di venerdì 12 aprile, si è conclusa la tregua che il ministero degli Interni di Gaza ha concesso ai collaboratori palestinesi con l’occupazione, in cambio di una loro resa spontanea ai servizi di sicurezza .

Il 12 marzo scorso, il ministero aveva lanciato una campagna nazionale per contrastare il collaborazionismo con l’occupazione israeliana, durata un mese.

In un’intervista rilasciata a Quds Press, Salah ha riferito che al termine della campagna, le forze di sicurezza palestinesi hanno iniziato a rintracciare gli informatori che non si sono costituiti. Egli ha definito la campagna “un grande successo ottenuto dal ministero dell’Interno palestinese a livello nazionale”.

Salah ha aggiunto che “i servizi di sicurezza continuano a perseguire gli informatori dell’occupazione, ma lo fanno con la massima discrezione, e con lo scopo di controllare il territorio palestinese, monitorando le frontiere e i tunnel sotterranei per evitare eventuali fughe”.

Ha aggiunto che gli arresti, iniziati venerdì e proseguiti sabato, avvengono secondo liste preparate dal ministero, e continueranno fino a debellare, del tutto, il fenomeno del collaborazionismo.

Sulle minacce israeliane rivolte al ministero di Gaza per dissuaderlo dal proseguire la propria campagna, Salah ha dichiarato: “L’occupazione ci minaccia spesso, ma al ministero dell’Interno non interessano tali avvertimenti. Esso proseguirà la propria campagna fino alla fine. Siamo un popolo resistente e lottatore che non arretra di fronte alle intimidazioni”.

Ha poi aggiunto: “Prima di tutto ciò, l’occupazione aveva distrutto completamente le sedi del ministero degli Interni, e assassinato l’ex ministro, Said Siam, insieme ad altri funzionari, ma siamo sorti dalle macerie e ci siamo ricostruiti, ancora più forti di prima”.

Salah ha considerato che le minacce israeliane “provano che la campagna ha provocato danni ingenti all’occupazione”, sottolineando che “quest’ultima sta cercando di identificare i dirigenti responsabili dell’operazione in questione”.

Il funzionario palestinese ha quindi assicurato che la campagna ha raggiunto molti obiettivi, aggiungendo che fin dall’inizio, Israele si è messo in contatto con i propri collaboratori per rassicurarli.

Salah ha dichiarato: “Abbiamo constatato che negli ultimi giorni l’occupazione ha intensificato i propri contatti con i suoi informatori palestinesi, allo stesso tempo, abbiamo notato che la barriera di paura che separava il cittadino dagli apparati di sicurezza è crollata. Ora sono i cittadini a contattarci per informarci di qualsiasi attività sospetta, e noi, dal canto nostro, procediamo ad analizzare e monitorare le segnalazioni per rimanere sempre aggiornati sui mezzi con cui l’occupazione cerca di incastrare il nostro popolo”.

Il funzionario palestinese ha anche sottolineato che il suo ministero ha avviato una campagna di sensibilizzazione, che prosegue tuttora, e che ha coinvolto decine di migliaia di palestinesi, oggetto di potenziali ricatti da parte israeliana.