Gaza conia un nuovo acronimo: WCNSF – Wounded Child No Surviving Family

MEMO. Gaza conia un nuovo acronimo: WCNSF – Wounded Child No Surviving Family (Bambino ferito, nessun membro della famiglia sopravvissuto).

Un mese di incessanti bombardamenti su aree civili densamente popolate ha esacerbato la già critica situazione di salute mentale dei bambini di Gaza con conseguenze di vasta portata, poiché le strategie di reazione e gli spazi sicuri vengono strappati via e i servizi e l’assistenza di salute mentale vengono tagliati, afferma Save the Children.

Nell’ultimo mese, 4.506 bambini sono stati uccisi a Gaza, e altri 1.500 sono dispersi, presumibilmente sepolti sotto le macerie. Altri 43 bambini sono stati uccisi nella Cisgiordania occupata. L’agenzia umanitaria ha avvertito che la salute mentale dei bambini a Gaza è arrivata al limite.

Con gli attacchi aerei israeliani dell’ultimo mese che hanno colpito migliaia di spazi civili a Gaza, comprese scuole e ospedali che ospitano famiglie, la violenza, la paura, il dolore e l’incertezza stanno causando gravi danni mentali ai bambini che non hanno un posto sicuro dove andare.

Il ministero della Salute di Gaza riferisce che 444 famiglie hanno perso da due a cinque dei loro membri, a causa della violenza delle ultime quattro settimane, comprese 192 famiglie che hanno perso dieci o più membri, lasciando molti bambini senza sostegno familiarefondamentale per i bambini che soffrono di trauma da violenza.

Gli operatori sanitari di Gaza, Medici senza frontiere (MSF), hanno condiviso che il numero di bambini senza familiari sopravvissuti che arrivano per cure mediche è così alto che è stato coniato un nuovo acronimo per identificarli: “WCNSF” (Wounded Child No Surviving Family ).

Gli esperti di salute mentale di Save the Children avvertono che l’attuale condotta delle ostilità a Gaza sta esponendo i bambini a episodi estremamente traumatici, privandoli delle opzioni per aiutarli ad affrontare la situazione. Non esiste un luogo sicuro, nessun senso di sicurezza e nessuna routine, con migliaia di sfollati dalle loro case. I caregiver che vivono il proprio stress faticano ad aiutare i bambini ad affrontare le travolgenti reazioni emotive tipiche dei giovani traumatizzati dalla violenza. Nelle condizioni attuali a Gaza, i bambini sperimentano tutta una serie di segni e sintomi di trauma tra cui ansia, paura, preoccupazione per la loro sicurezza e quella dei loro cari, incubi e ricordi inquietanti, insonnia, repressione delle emozioni e allontanamento dai propri cari. Il trauma che dà origine a questi sintomi è continuo, implacabile e si aggrava giorno dopo giorno.

Un membro dello staff di Save the Children a Gaza e padre di tre bambini sotto i dieci anni ha detto: “C’è molta perdita e molto dolore. Abbiamo paura di ciò che porteranno le prossime ore, di ciò che porterà il domani”.

“La morte è ovunque. I miei figli mi guardano negli occhi ogni giorno, cercano risposte. Non ho risposte per loro. È molto difficile, soprattutto per i bambini”.

Da quando nel 2007 è stato imposto il blocco terrestre, aereo e marittimo, le vite dei bambini a Gaza sono state impantanate in gravi privazioni, cicli di violenza e restrizioni alla loro libertà. Un rapporto pubblicato da Save the Children nel giugno 2022 ha mostrato che la salute mentale dei bambini era già a un punto di rottura. Circa l’80% dei bambini ha riferito di sentirsi in uno stato perpetuo di paura, preoccupazione, tristezza e dolore. Tre quarti dei bambini bagnavano il letto per la paura e un numero crescente mostrava mutismo reattivo (selettivo).

Jason Lee, direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati, ha dichiarato: “In tempo di guerra, le persone di solito cercano rifugio in luoghi sicuri. Non ci sono posti sicuri a Gaza in questo momento, e non c’è modo di raggiungere la sicurezza fuori. Con un senso di sicurezza, la costante presenza rassicurante della famiglia, una sorta di routine e un trattamento appropriato, i bambini possono riprendersi. Ma tanti bambini hanno già perso membri della famiglia, alcuni hanno perso tutto, e la violenza e gli sfollamenti sono implacabili”.

“Stiamo esaurendo le parole per lanciare l’allarme in termini sufficientemente forti o per articolare la portata della sofferenza dei bambini. Ci deve essere un cessate il fuoco”.

Ogni giorno di violenza significa nuove cicatrici mentali e fisiche che dureranno tutta la vita. Senza un cessate il fuoco immediato, esiste il rischio concreto che la salute mentale dei bambini venga spinta fino al punto di non ritorno.

(Foto:  [Ashraf Amra/Anadolu Agency]).

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi