Gaza sotto assedio: asini e non automezzi per la raccolta dei rifiuti

gaza-donkeyGaza-Ma’an. Gli automezzi per la raccolta dei rifiuti nella Striscia di Gaza hanno smesso di lavorare domenica per mancanza di carburante, costringendo i comuni di utilizzare gli asini per raccogliere immondizia e rifiuti di città e villaggi in tutta la regione.

I funzionari comunali di Gaza hanno riferito che i mezzi della nettezza urbana non possono più essere utilizzati per la raccolta dei rifiuti, perché le stazioni di servizio in tutta la Striscia di Gaza hanno esaurito il carburante a causa dell’assedio israelo- egiziano.

Durante una conferenza stampa svoltasi domenica, Mohammad al-Farra, ministro del governo di Gaza, ha affermato che ci sono circa 70 mezzi per la raccolta dei rifiuti nella Striscia di Gaza che sono stati ritirati dal servizio a causa della mancanza di carburante.

I veicoli della nettezza urbana sarebbero sostituiti da “mezzi primitivi come gli asini” per trasportare le 1.700 tonnellate quotidiane di rifiuti solidi delle strade della Striscia di Gaza.

Al-Farra ha confermato che l’utilizzo di asini per la raccolta dei rifiuti non è adatto e potrebbe portare a gravi problemi di salute.

Ha invitato le organizzazioni internazionali nella Striscia di Gaza a sostenere il lavoro delle municipalità.

I comuni hanno bisogno di 150 mila litri di gasolio al mese per operare, e hanno bisogno di 700 mila litri per gli impianti idrici e servizi igienico-sanitari.

Al-Farra ha anche accusato l’Autorità palestinese di Ramallah di partecipare al blocco imposto alla Striscia di Gaza parlando dell’importanza della chiusura dei tunnel che collegano Gaza con l’Egitto e l’imposizione di alte tasse sul gasolio che l’Autorità palestinese potrebbe inviare a Gaza attraverso Israele.

A metà novembre, gli impianti di depurazione in alcuni quartieri di Gaza hanno smesso di funzionare a causa della penuria di carburante, con la conseguenza che le acque reflue hanno inondato le strade.

La penuria di carburante ha portato la vita quotidiana nella Striscia di Gaza a una lenta battuta d’arresto dall’inizio di novembre, quando le centrali elettriche e le pompe per l’acqua sono chiuse, togliendo l’accesso ai beni di prima necessità ai residenti di Gaza.

La mancanza di carburante diesel è il risultato della stretta del blocco di 7 anni imposto sul territorio da Israele con il sostegno egiziano.

Fino a luglio di quest’anno, i tunnel che collegavano Gaza all’Egitto erano un percorso vitale per il territorio tra il blocco israeliano che altrimenti chiude. Il blocco è in vigore dal 2006, e ha limitato le importazioni e le esportazioni, ha portato a un grave declino economico e a una crisi umanitaria gravissima.

Nell’ultimo anno, tuttavia, la situazione è notevolmente migliorata, quando i tunnel verso l’Egitto assistitevano ad un vivace commercio in seguito alla rivoluzione egiziana. Dal momento del colpo di stato contro il presidente egiziano Mursi, nel mese di luglio, invece, l’Egitto ha rigorosamente applicato il blocco e colpito i tunnel.

Ad ottobre, il generale egiziano Ahmad Ibrahim dichiarò che quasi 800 gallerie erano state distrutte dall’inizio anno, mentre i funzionari di Rafah hanno calcolato che a settembre queste operazioni avevano demolito il 95 % delle gallerie già esistenti.

I funzionari dell’energia della Striscia di Gaza accusano l’Egitto di distruggere questi tunnel mantenendo il più grande blocco economico insieme a Israele.

La Striscia di Gaza è stato oggetto di un grave embargo economico imposto da Israele dal 2006.

Il blocco ha fortemente limitato le importazioni e le esportazioni della Striscia di Gaza e ha portato alle crisi umanitarie frequenti e difficoltà per gli abitanti di Gaza .

Traduzione di Edy Meroli

(Foto: www.worldbulletin.net)