Haaretz: L’ambasciatore israeliano Ron Dermer è una “persona non gradita” dal governo USA

Memo. Il quotidiano israeliano Haaretz sostiene che l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Ron Dermer, sia una “persona non gradita” dal governo americano. Ci sarebbe l’influenza di Dermer, infatti, dietro il controverso discorso che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha rilasciato il 3 marzo di fronte al Congresso americano.

In un articolo pubblicato da Haaretz il 5 marzo, si sottolinea che se Netanyahu ci tiene davvero a mantenere solidi i suoi rapporti con gli Stati Uniti, non ha altra scelta che rimpiazzare l’ambasciatore Dermer il quale non è visto di buon occhio dalla Casa Bianca, nonostante il governo non lo abbia mai espressamente dichiarato.

Il quotidiano riporta anche che Dermer viene ritenuto l’artefice del dibattuto discorso di Netanyahu al Congresso, e afferma che attraverso la complicità del deputato statunitente John Boehner, presidente della Camera dei Rappresentanti, l’ambasciatore israeliano avrebbe agito alle spalle di Obama.

Haaretz riporta anche le parole di un alto funzionario americano che afferma che “deve essere il primo ministro a stabilire i compiti dell’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti e, in questo specifico caso, sembra proprio che Dermer stia dando priorità ai suoi rapporti con il Congresso che a quelli con il governo americano”.

Dermer, 45 anni, è nato a Miami, Florida e la sua carriera politica è strettamente legata alla figura di Netanyahu.

Secondo il sito dell’ambasciata israeliana a Washington, tra il 2009 e il 2013, prima di essere nominato ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Dermer ha lavorato come consigliere per il primo ministro Netanyahu.

Haaretz riporta inoltre che, dopo il discorso di Netanyahu al Congresso, alti funzionari del governo hanno espresso insofferenza nei confronti di quest’ultimo dichiarandolo colpevole della crisi attuale nei rapporti tra i due stati e affermando che se egli verrà rieletto sarà responsabilità sua tentare di riparare ai danni fatti.

“Non siamo noi che abbiamo creato questa crisi”, ha affermato un alto funzionario del governo americano, “il presidente Obama ha ancora due anni di mandato e si augura fortemente di poter ritornare ad una situazione di mutuo aiuto tra gli USA e Israele, nonostante le differenze tra i due stati. A questo fine è necessario però che primo ministro israeliano trovi un modo per ricucire gli strappi”.

Sempre secondo il giornale israeliano, nel corso degli ultimi sei anni, ci sarebbero stati diversi alti e bassi nei rapporti tra Obama e Netanyahu, manifestatisi con tensioni, crisi, recriminazioni e discussioni avvenute anche di fronte alle telecamere.

Come riporta Haaretz, gli alti funzionari del governo statunitense sostengono che, finora, nonostante le tensioni, le relazioni tra i due paesi siano proseguite piuttosto bene. Tuttavia ora, sottolineano essi, si ha il triste presentimento che l’intento di Netanyahu sia quello di intensificare le differenze e diversità tra i due stati, piuttosto che appianarle, per raggiungere i suoi scopi in campo politico.

Al proposito, un alto funzionario del governo, rimasto anonimo, sostiene che negli ultimi sei anni i due stati hanno avuto visioni molto discordanti su questioni quali il processo di pace e le problematiche ad esso annesse, ma che ora la situazione è estremamente difficile e da un punto di vista politico, appare più tesa che mai.

Molto probabilmente quindi, conclude Haaretz, la Casa Bianca non “spargerà lacrime” qualora Netanyahu fosse sconfitto alle prossime elezioni; tuttavia i consiglieri del presidente americano sono consapevoli che almeno nel 50% dei casi sarà Bibi Netanyahu a rivestire la carica di Primo Ministro israeliano durante gli ultimi due anni della presidenza Obama.

Ciononostante, secondo il quotidiano liberale, i funzionari del governo americano non hanno pianificato alcuna ritorsione nei confronti di Benajamin Netanyahu, ne hanno preso in considerazione l’idea di boicottarlo in caso di vittoria delle prossime elezioni.

Traduzione di Michela Zani