I cristiani palestinesi affermano che il disegno di legge anti-proselitismo è l’ultimo tentativo di Israele di estrometterli

MEE. La proposta di legge arriva nel mezzo di un aumento degli attacchi contro sacerdoti e fedeli da parte di israeliani di estrema destra. (Da InvictaPalestina.org).

I cristiani palestinesi affermano di essere stati banditi da Israele dopo che due politici israeliani di destra hanno proposto una legislazione che punirebbe il proselitismo cristiano con il carcere.

All’inizio di questa settimana, i cristiani evangelici con sede negli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione dopo che un potente alleato nella coalizione di governo del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha proposto un disegno di legge che vieterebbe le pratiche missionarie in Israele.

Secondo la proposta di legge, i cristiani rischierebbero fino a un anno di carcere in caso di incoraggiamento alla conversione alla loro fede, e nel caso di conversione di un minore fino a due anni.

Mercoledì, dopo le crescenti critiche negli Stati Uniti contro il disegno di legge, Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione assicurando ai cristiani che non sarebbe stato convertito in legge.

“Non avanzeremo alcuna legge contro la comunità cristiana”, ha scritto Netanyahu su Twitter.

Diversi gruppi evangelici statunitensi hanno accolto con favore la decisione, ma i cristiani palestinesi hanno detto che il sentimento anticristiano è già alto, con i fedeli che vengono spesso attaccati da israeliani di estrema destra.

“Il nuovo disegno di legge proposto dai legislatori israeliani, che vieta di professare o di diffondere il cristianesimo nel luogo di nascita del cristianesimo, è solo una ulteriore restrizione alla libertà di religione”, ha detto.

Jonathan Kuttab, direttore di Amici di Sabeel del Nord America (Friends of Sabeel North America – FOSNA), un movimento popolare cristiano dedito alla liberazione palestinese, ha affermato che sebbene l’approvazione del disegno di legge sia improbabile, è arrivato in un momento di retorica sempre più violenta da parte dei legislatori israeliani, dopo il ritorno di Netanyahu al potere.

“I partiti religiosi in Israele sono fortemente anticristiani. È solo perché Israele è in gran parte un Paese laico che non hanno avuto molta influenza in passato. Ora sentono di avere influenza e potere nel loro tentativo di trasformare il Paese in una sorta di teocrazia”, ​​ha detto Kuttab.

Allo stesso modo, Glenn Plummer, vescovo di Israele per la Chiesa di Dio in Cristo, con sede a Memphis Tennessee, ha dichiarato al Times of Israel che anche se il disegno di legge non fosse stato approvato, era preoccupato che potesse creare ostilità nei confronti dei cristiani.

I Cristiani Uniti Per Israele (Christians United For Israel – CUFI), che si definisce la più grande organizzazione pro-Israele negli Stati Uniti, non ha risposto ad una richiesta di commento.

“Triste situazione”.

La popolazione cristiana palestinese è diminuita negli ultimi anni, con stime recenti che suggeriscono si sia ridotta a solo un decimo di quella che era 70 anni fa.

“La gente non si rende conto che c’è un fenomeno di odio contro i cristiani in Israele e in Palestina, è qualcosa che minimizzano abitualmente”, ha detto Kuttab, evidenziando i recenti attacchi contro i sacerdoti cristiani e le restrizioni sui luoghi sacri in tutta la Palestina in particolare negli ultimi tre mesi.

La scorsa settimana due israeliani sono entrati nella Chiesa del Getsemani nella Gerusalemme Est occupata e hanno aggredito fisicamente un vescovo e due sacerdoti durante una funzione religiosa.

Il Patriarcato ortodosso di Gerusalemme ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna l’episodio e si lamenta della mancanza di copertura mediatica internazionale dell’attacco.

“Il Patriarcato sottolinea inoltre che gli attacchi terroristici da parte di gruppi radicali israeliani, contro chiese, cimiteri e proprietà cristiane, oltre agli abusi fisici e verbali contro il clero cristiano, sono diventati un evento quasi quotidiano che evidentemente aumenta di intensità durante le festività cristiane”, si legge nel comunicato.

“Questa triste situazione non ha suscitato alcuna reazione adeguata, a livello locale e internazionale, nonostante gli appelli, le richieste e le proteste delle Chiese di Terra Santa. È ora dolorosamente chiaro che l’autentica presenza cristiana in Terra Santa è in grave pericolo”, ha aggiunto.

 Un’immagine mostra una statua in legno di Gesù abbattuta e danneggiata nella Chiesa della Condanna, nella Città Vecchia di Gerusalemme, il 2 febbraio 2023 (AFP)

Nel frattempo, il mese scorso, una statua di Gesù è stata vandalizzata presso la Chiesa della Condanna nella Città Vecchia, con un turista ebreo-americano arrestato per l’attacco.

“Nonostante la pretesa di Israele di rispettare la libertà di religione, i cristiani sono stati a lungo oppressi dallo Stato”, ha detto Arraf.

La Commissione Statunitense per la Libertà Religiosa internazionale ( United States Commission on International Religious Freedom – USCIRF), che all’inizio di questo mese ha pubblicato un rapporto che descrive le leggi che vietano le conversioni in una dozzina di Stati dell’India, non ha risposto alla richiesta di commento.

“Non liberi di praticare”.

Arraf ha affermato che la difficile situazione dei cristiani palestinesi, come le loro controparti musulmane, è sistematicamente ignorata dai cristiani statunitensi.

“I villaggi cristiani palestinesi sono stati spopolati e rasi al suolo; migliaia di cristiani sono stati cacciati dalla Palestina dalle forze e dalle politiche sioniste; e i cristiani palestinesi rimasti non sono liberi di praticare la loro religione”, ha affermato.

“Sono passati decenni da quando i membri della mia famiglia hanno potuto entrare a Gerusalemme, a pochi minuti dalla loro casa, per pregare nella Chiesa del Santo Sepolcro. I cristiani di Betlemme, il luogo di nascita di Gesù, sono imprigionati dietro un massiccio muro di cemento, impossibilitati a visitare Gerusalemme o altri luoghi santi, come Nazareth.

“I cristiani di Gaza non possono nemmeno sognare di visitare Gerusalemme, Nazareth o Betlemme”, ha aggiunto.

Kuttab ha affermato che i sionisti cristiani negli Stati Uniti, considerati tra i maggiori promotori e sostenitori di Israele, non erano a conoscenza della difficile situazione dei cristiani palestinesi o l’hanno deliberatamente ignorata.

I cristiani evangelici, in particolare quelli negli Stati Uniti, sono tra i più forti sostenitori di Israele, descrivendo il Paese come l’adempimento della profezia biblica, con alcuni che lo vedono come il precursore della seconda venuta di Gesù Cristo e della fine dei giorni.

Israele ha a lungo accolto con favore il sostegno politico e finanziario degli evangelici e ha ampiamente ignorato le preoccupazioni su qualsiasi programma religioso nascosto.

“La maggior parte dei sionisti cristiani non sa nemmeno che ci sono cristiani palestinesi. Pensano che sia una lotta tra musulmani ed ebrei”, ha detto Kuttab.

“La loro teologia guarda a Israele non in termini politici ma come segni della fine dei tempi e sostengono Israele non perché pensano che sia la cosa politicamente corretta da fare, ma perché stanno facendo la volontà di Dio”.

Kuttab ha aggiunto che gli attacchi ai cristiani in Palestina sono raramente evidenziati negli Stati Uniti e, quando lo sono, le persone tendono a pensare che siano i musulmani gli autori.

“Quindi, quando sentono la frase giudeo-cristiano, pensano ‘oh, siamo come gli ebrei e stiamo combattendo contro l’Islam violento e radicale’. Quindi è tutto tinto di islamofobia”, ha concluso.

Azad Essa è un corrispondente di Middle East Eye con sede a New York City. Ha lavorato per Al Jazeera English tra il 2010 e il 2018 coprendo l’Africa meridionale e centrale per la rete. È l’autore di “Hostile Homelands: The New Alliance Between India and Israel” (Patrie Ostili: La Nuova Alleanza tra India e Israele – Pluto Press, febbraio 2023).

Traduzione di Beniamino Rocchetto per Invictapalestina.org