I gruppi, le istituzioni e le comunità palestinesi d'Europa lanciano una petizione

Nella presente petizione, le realtà palestinesi in Europa (associazioni, unioni, comitati di base e istituzionali) esprimono profonde preoccupazioni per i negoziati diretti tra Israele e Palestinesi, promossi da Washington.

Nella petizione si legge che l'Autorità nazionale palestinese (Anp) sta conducendo un processo rapido di concerto con l'occupante, senza disporre di un mandato popolare.

Negli attuali negoziati inoltre, si decifra una netta imposizione dei diktat di Netanyahu e delle frange estremiste in seno al governo israeliano.

'I presenti negoziati hanno dei precedenti', si legge nella petizione, e 'risalgono allo scorso ventennio, quando i passati accordi servirono per gettare un'ombra su quanto accade oggi per mezzo di assassini, assedio, deportazioni e giudeizzazione di una città palestinese come al-Quds (Gerusalemme) con l'espulsione dei suoi abitanti palestinesi originari. Inoltre, costruzione di insediamenti, demolizione di abitazioni dei palestinesi, espulsione coatta, confisca delle terre'.

L'approccio dei negoziati di oggi insomma è lo stesso di quello del passato.

I diritti del popolo palestinese restano inalienabili e le proprie istanze nazionali legittime.

Con la presente petizione, le istituzioni palestinesi d'Europa hanno deciso di denunciare quanto sta accadendo in seno ai negoziati diretti: non è possibile essere presenti ai negoziati nelle attuali circostanze perché i rischi – ai danni del popolo palestinese – sono altissimi. Primo tra tutti, il diritto al ritorno dei profughi palestinesi presso le proprie città e villaggi – dai quali furono espulsi con forza e violenza  – resta uno dei diritti soggettivi e comunitari. Non è negoziabile e gode della tutela della giurisdizione internazionale. Il diritto al ritorno dei profughi palestinesi non cade in prescrizione.

Qualunque accettazione – in qualsivoglia forma e modalità di accordi di natura atta a ledere questi diritti nazionali del popolo palestinese – saranno considerati nulli e incostituzionali.

Pertanto, le istituzioni e le comunità palestinesi presenti in Europa firmano e dichiarano quanto segue:

I – L'illegittimità dei palestinesi presenti a Washington al fine di contrattare e negoziare in nome di un popolo che non li riconosce e non ha mai rilasciato loro una delega per farlo. È palese la mistificazione della rappresentanza palestinese, operata da un ristretto gruppo di uomini, guidati esclusivamente dai propri interessi;

II – I negoziati diretti di oggi sono una copertura ai crimini d'Israele – non intendono risolvere la questione palestinese – e saranno utilizzati per dare un ulteriore colpo – decisivo – ai diritti di popolo dei palestinesi. Furto della terra, giudeizzazione di Gerusalemme, abbattimento di ogni speranza e aspettativa di autodeterminazione, indipendenza e liberazione;

III – Si denunciano le pressioni e i dettami dell'occupante israeliano: imporre ai palestinesi di giurare fedeltà all'entità ebraica, riconoscere e ammettere il carattere ebraico del paese. Tutte queste richieste mirano a ledere il diritto di popolo dei palestinesi e pone una seria minaccia ai palestinesi d'Israele, che vivono nelle loro abitazioni – all'interno dei Territori palestinesi occupati nel '48;

IV – Il venir meno dei requisiti richiesti ad 'Abbas per governare e avviare negoziati diretti sono la dimostrazione dell'assenza del consenso popolare. La posizione debole con cui ci si è recati a Washington corrisponde alla gravità delle conseguenze che scaturiranno dai negoziati perché a dominare saranno le imposizioni sioniste e quelle dell'amministrazione statunitense;

V – La pressione dall'esterno sull'Anp è la prova della mancanza d'indipendenza decisionale o propositiva nell'ambito negoziale da parte palestinese. Si tratta di un gruppo politico non indipendente che rischia di giocare con i diritti del popolo palestinese a beneficio del governo israeliano;

VI – Tra le varie manifestazioni a riprova di dette pressioni e complicità; gli arresti quotidiani nella Cisgiordania occupata per reprimere resistenza ed opposizione – popolare e politica;

VII – La tattica riguardante l'attuale versione di negoziati sta nel creare ulteriore complessità nella questione palestinese, fino a renderla irreversibile. Si tratta d un'operazione tra le più pericolose per i diritti del popolo palestinese il quale resta determinato a non rinunciare mai alla propria esistenza e all'affermazione dei propri diritti;

VIII – Tutto quello che emergerà dai negoziati diretti avviati a Washington resterà su carta. Questi negoziati non sono legittimi;

IX – La nostra opinione è un'altra. Anziché scendere a negoziati con l'occupante israeliano che prosegue la sua guerra ad oltranza con ogni mezzo contro la nostra esistenza di popolo, dovremmo invece puntare sull'unità nazionale palestinese. Tutti i gruppi, espressioni e fazioni palestinesi dovrebbero aderire a principi comuni sui diritti storici popolari, procedendo nella formazione di un governo di unità nazionale e lavorare unicamente per gli interessi del popolo palestinese e di coloro che vivono in esilio e nella diaspora;

X – Il popolo palestinese non è disposto ad accettare la svendita dei propri diritti o a tollerare le decisioni di attori che collaborano con l'occupazione e con il suo apparato d'intelligence.

Bruxelles, 6 settembre 2010

Associazione e istituzioni palestinesi d'Europa – le prime adesioni:

1 – Segretariato Generale della Conferenza dei palestinesi in Europa

2 – Centro Palestinese per il diritto al ritorno 'al-'Awda' – Londra

3 – Coalizione dei medici palestinesi d'Europa

4 – Unione degli ingegneri palestinesi d'Europa

5 – Associazione delle donne palestinesi d'Europa

6 – Coalizione palestinese – Germania

7 – Forum Palestina – Danimarca

8 – Forum Palestina – Uk

9 – Centro per una giustizia in Palestina – Svezia

10 – Coalizione palestinese – Italia

11 – Associazione palestinese – Austria

12 – Forum Palestina – Olanda

13 – Forum Palestina – Francia

14 – Casa palestinese – Svezia

15 – Fondazione per i diritti dei palestinesi – Irlanda

16 – Associazione per il diritto al ritorno 'al-'Awda' – Germania

17 – Coalizione palestinese – Olanda

18 – Associazione degli ingegneri palestinesi – Svezia

19 – Unione di artisti palestinesi – Svezia

20 – Unione degli insegnanti palestinesi – Svezia

21 – Coalizione palestinese – Irlanda 

* Per ulteriori informazione, contattare il

Centro per il diritto al ritorno 'al-'Awda', Londra
Tel.: 00442084530919

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