Gaza – Pal-Info. I palestinesi deportati dalla Cisgiordania verso la Striscia di Gaza – tra cui i combattenti sequestrati dalla Chiesa della Natività nel 2002 – si rivolgono alla comunità internazionale perché Israele permetta loro di ritornare verso le proprie famiglie.
Oggi, 12 luglio, i deportati hanno organizzato un sit-in di protesta davanti la sede della Croce Rossa Internazionale (ICRC) nella città di Gaza. Hanno tenuto una conferenza stampa in cui hanno ribadito le proprie richieste raccontando le difficoltà che devono affrontare a Gaza.
La Striscia di Gaza è assediata, ed essi non riescono a inserirsi o a costruirsi una vita a causa della drammatica situazione socio-economica in cui è precipitato il territorio assediato da Israele.
Promettono di avviare una serie di iniziative di protesta e sensibilizzazione perché non restino nel 'dimenticatoio' e che lo faranno a livello popolare. 'Amer Ghussein, direttore del Ministero per gli Affari dei Prigionieri, parla di “crimine” perché afferma: “Condannare questi palestinesi all'esilio dalle proprie abitazioni, famiglia e radici è un reato e viola il diritto di sovranità palestinese sulla nostra terra”.
Ghussein richiama le parti firmatarie delle convenzioni internazionali che vietano simili decisioni politiche (le deportazioni, ndr) ad assumersi le proprie responsabilità derivanti dall'adesione ai trattati internazionali. “Si auspica un'attiva partecipazione dei professionisti dell'informazione alla loro causa come anche sulla spinosa questione delle deportazioni in generale che – come dimostrano episodi dei nostri giorni – minacciano tutto il popolo palestinese”, conclude il responsabile del Ministero palestinese.