Il primo ministro israeliano spinge per il controllo del Golan dopo la scoperta del petrolio

Imemc. La settimana scorsa, la visita a Washington del primo ministro israeliano includeva un incontro con il presidente Obama, nel quale i due hanno discusso lo status delle alture del Golan occupate da Israele.

Israele aveva invaso e occupato il territorio siriano conosciuto come le “alture del Golan” nel 1967 e da allora vi ha mantenuto la presenza militare e civile. Ma le preteste israeliane sul territorio non sono mai state riconosciute dalla comunità internazionale.

Adesso, secondo alcuni analisti, il governo d’Israele ha una nuova ragione per garantire la loro annessione illegale: il petrolio.

A ottobre Afek, una filiale israeliana della Genie Energy con base negli Stati Uniti, ha annunciato la scoperta di enormi riserve di petrolio nella regione.

Il geologo capo della compagnia in Israele, Yuval Bartov, ha dichiarato che le riserve potrebbero potenzialmente contenere miliardi di barili di petrolio.

A ottobre, poco dopo questa scoperta, la licenza di Afek per le perforazioni esplorative è stata rinnovata dal governo israeliano per due anni.

Ma la terra in cui si trova il petrolio è in realtà territorio siriano. E nonostante la pretesa di Israele e la sua concessione della licenza per dieci pozzi sperimentali, gli analisti ritengono che la scoperta del petrolio nel Golan potrebbe riaccendere il conflitto fra Israele e la Siria per il controllo delle alture.

F.G.