Il ricatto di Hamas. Da Repubblica.

Certo che con un’informazione così (e con quella della tv), che neanche fa lo sforzo di analizzare i complessi scenari e il dramma palestinese che stanno dietro all’attuale situazione, non ci si può stupire che gli italiani non ci stiano capendo nulla di ciò che accade nei Territori palestinesi.
Da www.repubblica.it
ESTERI

La richiesta dei gruppi che hanno sequestrato Gilad Shalit
Ma il governo israeliano risponde negativamente: "Non si tratta"

Il ricatto di Hamas: "Mille liberi
se volete indietro il militare rapito"

Carri armati israeliani nelle striscia di Gaza

GAZA – Liberare mille palestinesi prigionieri nelle carceri israeline per avere indietro il caporale Gilad Shilat rapito domenica scorsa da un commando legato al braccio armato di Hamas. E’ la richiesta degli estremisti palestinesi al governo di Gerusalemme. E la risposta non si è fatta attendere: nessun cedimento al ricatto. "Il primo ministro Ehud Olmert ha ribadito che non ci sarà una trattativa, sia che Shalit venga liberato sia che si debba operare per arrivare alla sua liberazione" ha fatto sapere Israele mentre l’offensiva nella striscia di Gaza continua.

La richiesta dei tre gruppi palestinesi che hanno rapito il giovane militare è arrivata nella notte: mille persone da rilasciare per la vita di Shilat. Un comunicato diffuso dal braccio armato di Hamas, dai Comitati popolari di resistenza e dall’Esercito dell’Islam, il secondo dal sequestro avvenuto domenica scorsa, ha gelato le speranze di un accordo diplomatico in tempi brevi perchè Israele ha più volte detto che non prenderà in considerazione scambi di prigionieri.

"Rendiamo note le nostre richieste giuste e umanitarie", si legge nella nota diramata alle agenzie di stampa dal braccio armato di Hamas. Alla condizione già posta del rilascio delle donne e dei minori di 18 anni rinchiusi nelle carceri israeliane in cambio di informazioni sul caporale rapito, i tre gruppi aggiungono la richiesta di liberare mille "prigionieri palestinesi, arabi e musulmani". Tra questi sono stati inclusi tutti i dirigenti delle fazioni palestinesi e i casi umanitari.

Nella nota si insiste anche perchè Israele "metta fine a tutte le aggressioni" in Cisgiordania e all’offensiva nella striscia di Gaza. "L’escalation e l’arroganza del nemico significano che sarà responsabile per le conseguenze negative", sostengono i tre gruppi senza però formulare specifiche minacce al soldato israeliano.


Ma, a stretto giro, è arrivato il "no" di Israele: non se ne parla nemmeno.

Smentito, invece, il rapimento di un secondo militare rivendicato dalle brigate Al Aqsa. Secondo un portavoce dell’esercito israeliano, non è nemmeno un militare e si troverebbe in vacanza all’estero.


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