Iran e Cina: cooperazione bilaterale per risolvere la crisi siriana

PressTv. “La Repubblica islamica è pronta a cooperare con la Cina in modo efficace e costruttivo sulle varie questioni regionali, soprattutto per risolvere la crisi in Siria”. Lo ha affermato il presidente iraniano Hassan Rouhani, nel corso di una riunione tenuta ieri, giovedì 12 settembre, con il suo omologo cinese, Xi Jinping.

Rouhani ha anche ribadito che l’Iran ha tutto il diritto di possedere un proprio programma nucleare pacifico, ha dichiarato: “Il governo e la nazione iraniana sono intenzionati ad affermare i propri diritti legittimi nel quadro del Trattato di non proliferazione nucleare”.

Dal canto suo, il presidente cinese ha evidenziato il ruolo influente dell’Iran in Medio Oriente, sottolineando la necessità della cooperazione tra le due nazioni per spianare la strada ad una soluzione pacifica della crisi siriana.

Facendo riferimento ai colloqui sul nucleare tra Teheran e le grandi potenze del 5+1 (Usa, Francia, Gran Bretagna, Russia, Cina, e Germania), Xi ha affermato che Pechino ritiene che i diritti legittimi dell’Iran vadano rispettati e che la questione del nucleare iraniano vada risolta attraverso il dialogo.

I due presidenti hanno anche auspicato l’ampliamento delle relazioni tra Iran e Cina nei vari settori.

L’incontro ha avuto luogo prima del vertice dell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco), che si terrà nella capitale del Kirghizistan, Bishkek, venerdì. Rouhani, giunto nella città il giorno prima, si è anche incontrato con i suoi omologhi afghano e kirghiso, sempre a margine del vertice, ed è previsto un suo incontro con il presidente russo Vladimir Putin.

La Sco è un’organizzazione di sicurezza intergovernativa fondata nel 2001 a Shanghai dai leader di Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan. Mentre l’Iran, India, Mongolia e Pakistan sono membri osservatori dell’organizzazione.

Nel suo viaggio di due giorni, Rouhani è accompagnato dal ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, il ministro dell’Industria, Minerali e Commercio, Mohammad Reza Nematzadeh e il Capo di Stato maggiore Mohammad Nahavandian.