Israele attacca agenzie di cambio valuta di Gaza

MEMO. Il 21 giugno il ministro israeliano della Difesa, Avigdor Lieberman, ha emesso un ordine “che classifica la compagnia di cambio monetario Hamed, a Gaza, come un’organizzazione terroristica”, ha riferito al-Monitor.

Secondo il sito di notizie, “la direttiva segue una raccomandazione dello Shin Bet, il servizio di intelligence israeliano, che accusa la compagnia di finanziare Hamas”.

Lieberman ha affermato che “classificarla come un’organizzazione terroristica le impedirebbe di lavorare con istituzioni finanziarie a livello internazionale, tagliando così le fonti di finanziamento [per Hamas]”.

Al-Monitor ha affermato che l’ordine di Lieberman è “considerato la prima misura del genere da parte d’Israele contro una compagnia a Gaza”, sebbene sia “simile alla campagna militare israeliana contro le operazioni di cambio in Cisgiordania tra il 2006 e il 2017”.

Il rapporto afferma che la mossa “ha sollevato preoccupazioni tra altre agenzie di cambio e negozi, perciò i loro proprietari adesso sono riluttanti nel parlare con la stampa, per paura di essere presi di mira da Israele”.

Un ex-partner della Hamed Exchange, Mahmoud Hamid, ha negato le accuse di Israele, sottolineando “che le operazioni dell’agenzia sono limitate ai cambi di valuta e ai trasferimenti domestici di denaro”.

Anche Hazem Qassem, un portavoce di Hamas nella Striscia di Gaza, ha negato le accuse contro la compagnia, e ha dichiarato ad al-Monitor che la decisione è “un altro elemento della campagna di propaganda israeliana per giustificare il suo embargo su Gaza”.

“Qassem ha osservato che sia Israele che l’Autorità Palestinese (ANP) hanno intensificato le sanzioni contro Gaza negli ultimi mesi, con l’obiettivo di costringere le fazioni di resistenza palestinesi e adempiere ai piani politici sostenuti dagli Stati Uniti”, ha aggiunto il rapporto.

Al-Monitor ha inoltre osservato che “negli ultimi mesi, Israele ha rafforzato l’embargo fiscale su Gaza, rifiutando di convertire la valuta estera in quantità adeguate, compresi dollari e dinari giordani”.