Israele continua a bloccare l’entrata di forniture mediche vitali a Gaza

Gaza – MEMO. Diversi importanti professionisti medici ed un avvocato statunitense hanno scritto una lettera aperta sottolineando che le autorità d’occupazione israeliane continuano a bloccare il passaggio di forniture mediche vitali alla Striscia di Gaza assediata. È, dicono, una “punizione collettiva” dei palestinesi nell’enclave costiera. La lettera è stata inviata originariamente ad una rivista medica, che aveva pubblicato lettere simili e non ha risposto ai firmatari. Questo, dicono, è un “preoccupante segnale di negligenza” sulla questione.

La Striscia di Gaza è sotto un blocco imposto da Israele e dai suoi alleati da diciassette anni. Il territorio è stato descritto dall’allora primo ministro britannico David Cameron come un “campo di prigionia”. Era il 2010 e da allora la situazione è peggiorata per i 2,4 milioni di palestinesi a Gaza.

Il testo integrale della lettera è il seguente:

Il ministero della Salute (MoH) nella Striscia di Gaza lotta contro gli effetti cumulativamente deleteri dell’assedio israeliano di Gaza imposto dal 2006. Nel 2022, la consegna di forniture mediche essenziali agli ospedali pubblici e privati in difficoltà è stata negata o ritardata. Ciò ha interessato, ad esempio, l’importazione di macchine a raggi X, strumenti di calibrazione per mammografie, cateteri, monitor video digitali e unità mobili d’immagine per chirurgia generale e ortopedia. Tutti questi richiedono il permesso israeliano per il rilascio dai fornitori in Cisgiordania e la consegna alla Striscia di Gaza attraverso il confine controllato da Israele. Il MoH stima che circa il 50% dei pazienti nella Striscia di Gaza sia stato penalizzato dalla mancanza di attrezzature mediche.

Storicamente, Israele ha mantenuto una scarsità “controllata al di sotto del fabbisogno” di medicinali e forniture di laboratorio a Gaza, anche quando questi sono stati donati come beneficenza. Il recente comunicato stampa del MoH ha rivelato che l’inasprimento del blocco israeliano aggrava i problemi di scarsità cronica ed incertezza che il MoH deve affrontare e mette a repentaglio la pianificazione e la fornitura dei servizi.

Tale situazione porta i pazienti a cercare diagnosi e cure speciali al di fuori della Striscia di Gaza. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite del 2022, 2.067 pazienti hanno presentato domanda di cure al di fuori di Gaza negli ospedali specializzati in Cisgiordania e Gerusalemme e 868 domande (42%) sono state ritardate o respinte. I pazienti con cancro, malattie cardiache, ictus e fratture complesse affrontano un duro destino a causa dei ritardi nell’ottenere test diagnostici e iniziare il trattamento, comprese le chirurgie. Dall’inizio del 2023, a dieci pazienti, tra cui un neonato, è stata negata l’uscita urgente per cure potenzialmente salvavita e sono deceduti.

In quanto potenza occupante che controlla la vita palestinese, Israele continua a farsi beffe dei suoi obblighi nel diritto umanitario internazionale per garantire i diritti fondamentali all’assistenza sanitaria della società di Gaza.

Questo accade “normalmente ed è una prassi politica anche in tempo di pace” da quasi 17 anni […].

Il sistema criminale del blocco di Gaza deve essere revocato in tutti i campi.

Di recente ed in modo evidente, alcuni partiti politici e singoli parlamentari nella nuova Knesset israeliana sono, infatti, pronti ad andare oltre, anche precisando intenzioni genocide, inclusa la minaccia di radere presto al suolo Gaza.

Nel frattempo, le punizioni collettive sono state intensificate in tutti gli altri territori palestinesi, inclusi sfratti, demolizione di alloggi, sfollamenti, detenzione arbitraria, punizione di prigionieri, distruzione di raccolti e terreni agricoli e impedimento a medici e ambulanze di soccorrere i feriti. Tutto ciò è basato sul razzismo ed è conforme alla definizione di punizione collettiva.

L’impunità israeliana continua ad essere rafforzata dalla vergognosa inerzia della comunità internazionale in questa situazione. Questo schema non è stato e non sarà cambiato con parole di condanna, ma richiede azioni concrete per rimuovere il blocco di Gaza e proteggere le vite dei palestinesi. Nei casi di punizione collettiva, esiste, infatti, un mandato per tutti gli Stati per agire con tutti i mezzi disponibili.

Nel frattempo, come professionisti della salute e della legge, il nostro dovere è presentare i fatti di cui siamo testimoni ed il paradigma in cui è inscritta la sofferenza della gente di Gaza.

Il contenuto di questo articolo è stato presentato ad una rivista medica, ma non è stato accettato per la pubblicazione, un preoccupante segno di abbandono.

Fonti:

1- La punizione collettiva è una punizione o una sanzione imposta a un gruppo per atti presumibilmente commessi da un membro di quel gruppo, che può essere etnico o politico, o semplicemente la famiglia, gli amici e i vicini dell’autore del reato. Le punizioni collettive sono vietate da trattati in conflitti armati internazionali e non, più specificamente l’art. 3 della Convenzione di Ginevrar e il Protocollo addizionale II. L’attuale blocco su Gaza è criticato dal Comitato internazionale della Croce Rossa, in un Rapporto delle Nazioni Unite, e da varie altre organizzazioni come punizione collettiva volta a colpire i Palestinesi. UN condemns ‘war crimes’ in Gaza” BBC News. 16 September, 2009.

Autori:

Paola Manduca, PhD, Retired Geneticist, University of Genoa, Italy

Vittorio Agnoletto, MD, University of Milan, Italy

Swee Ang, MD, Consultant orthopaedic surgeon, former UN and WHO consultant to Gaza and the OPT(1988 and 1989)

Andrea Balduzzi, Retired Researcher, University of Genoa, Italy

Ireo Bono, MD, Retired Oncologist, Savona, Italy

Francis Boyle, Lawyer, USA

Franco Camandona, MD, Gynaecology and Obstetrics, E.O. Ospedali Galliera, Genova, Italy

Iain Chalmers, Department of Primary Care, University of Oxford, UK

Carla Ciccone, MD, Gynaecologist, retired AOSG Moscati, Avellino, Italy

Valerio Gennaro, MD, PhD, Oncologist, environmental epidemiologist, past director Liguria Mesothelioma Registry, Genoa, Italy

Colin Green, Professor of Surgical Science, University College London and Academician of the Ukraine National Academy of Science

Brigitte Herremans, PhD, research fellow at Justice Visions, Human Rights Centre, Faculty of Law and Criminology, Ghent University

Jon Jureidini, PhD MBBS FRANZCP, Child Psychiatrist, Robinson Research Institute, The University of Adelaide, Australia

Lucio Nitsch, MD, Professor Emeritus of Applied Biology, University of Napoli Federico II, Italy

Alice Rothchild, MD, retired, Harvard Medical School, USA

Derek Summerfield, MD, King’s College London, UK

Nozomi Takahashi, Department of Biomedical Molecular Biology, Ghent University, Belgium

Gianni Tognoni, MD, Milan University, Italy and Permanent People’s Tribunal

Guido Veronese PhD, Associate Professor in Clinical Psychology, Dept. of Human Sciences “R. Massa”, University of Milano-Bicocca