Demolizioni di palazzi storici e arresti a Gerusalemme

Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. Fonti di Gerusalemme riferiscono che le autorità di occupazione israeliane hanno iniziato a demolire le facciate di edifici storici islamici nella piazza di al-Buraq, a poche decine di metri dalla moschea di al-Aqsa, allo scopo di costruire una sinagoga, una stazione di polizia e una grande mostra permanente ebraica.

In un comunicato stampa diramato mercoledì 6 febbraio, la Fondazione al-Aqsa per il patrimonio e i beni religiosi ha reso noto che “i bulldozer delle forze di occupazione continuano, per il secondo giorno consecutivo, a demolire le facciate e gli archi di un edificio storico, situato sul lato nord della piazza di al-Buraq, ad una cinquantina di metri dalla moschea di al-Aqsa, dal lato del Muro del Pianto”, sottolineando che una grande ruspa sta per terminare i lavori di demolizione.

La fondazione ha aggiunto che “l’occupazione ha un piano per costruire un complesso polifunzionale che comprende una sinagoga, una sala di accoglienza, una stazione avanzata di polizia e monitoraggio e una sala di esposizione, oltre a decine di bagni pubblici e un nuovo ingresso per i tunnel sotto al Muro occidentale (Muro del Pianto)”. Essa ha osservato che gli edifici in questione verranno edificati a spesa dei beni religiosi islamici, che appartenevano al quartiere di al-Maghariba.

Dal canto suo, Shaykh Kamal Khatib, vice capo del movimento islamico nei territori palestinesi del ’48, ha recentemente svelato che un gruppo di appaltatori e impresari edili aveva effettuato un sopralluogo nella zona in seguito all’annuncio di una gara d’appalto per la costruzione di una sinagoga del costo di 20 milioni di dollari.

In un contesto correlato, le forze di occupazione hanno fatto irruzione a Silwan, a sud della moschea di al-Aqsa, arrestando alcuni giovani, nell’ambito di un campagna militare israeliana lanciata da otto giorni contro la cittadina.

Il Centro informazioni di Wadi Hilweh ha riferito che le forze di occupazione israeliane hanno istituito diversi posti di blocco mobili all’interno di Silwan, arrestando cinque civili palestinesi: Fares al-Rajabi, ‘Amer Siam, ‘Issa al-Yamani, Jalal al-Tawil e Salah Abu Hadwan.

Nello stesso contesto, in un comunicato stampa, la fondazione ‘Amarat al-Aqsa, ha riferito che le forze di occupazione israeliane hanno arrestato sei donne di Gerusalemme, che frequentavano corsi di formazione religiosa, tenuti presso la moschea di al-Aqsa.

La fondazione ha spiegato che tre donne sono state arrestate nella mattinata di martedì 5 febbraio, mentre altre due sono state fermate all’uscita dalla moschea, quando sono andate a recuperare le proprie carte d’identità, trattenute dalle forze israeliane, e la sesta è stata arrestata nel pomeriggio dello stesso giorno.

Amarat al-Aqsa ha sottolineato che gli arresti avvengono in un clima di tensione che prevale nei cortili della moschea di al-Aqsa, in seguito alle incursioni dei coloni israeliani, e in testa quella di Moshe Feiglin, nuovo parlamentare del partito Likud Beiteinu.