Israele e la libertà di stampa: giornalista palestinese trattenuto senza accuse per un post su FB

Territori palestinesi occupati- MEMO. Le autorità israeliane sono state esortate dal Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ) a rilasciare immediatamente il giornalista palestinese Sameh al-Titi o a rivelare qualsiasi accusa nei suoi confronti.

Al-Titi, reporter dell’emittente radiofonica affiliata alla Hebron Radio Alam, è stato arrestato a casa sua, nel campo profughi di al-Arroub, dalle forze d’occupazione israeliane, il 9 dicembre.

Secondo il CPJ, al-Titi è detenuto nella struttura per gli interrogatori di Petah Tikva, vicino a Tel Aviv, e “le autorità non hanno rivelato alcun motivo per il suo arresto”.

Mercoledì, il fratello di Sameh, Alaa, “ha pubblicato su Facebook che un tribunale militare ha impedito a suo fratello di incontrarsi con un avvocato e ha prolungato la sua detenzione per altri otto giorni, mentre le autorità conducono un’indagine”, secondo quanto riferito dal CPJ.

“Siamo molto preoccupati per l’arresto di Sameh al-Titi, dato il frequente uso da parte di Israele di misure legali, inclusa la detenzione amministrativa, per mantenere i giornalisti in prigione senza dover presentare alcuna accusa nei loro confronti”, ha dichiarato Ignacio Miguel Delgado, rappresentante del CPJ per il Medio Oriente ed il Nord Africa.

“Le autorità israeliane dovrebbero immediatamente spiegare perché stanno trattenendo al-Titi o lasciarlo andare”.

Alaa al-Titi ha anche descritto su Facebook come le forze israeliane hanno sequestrato il laptop ed il cellulare di suo fratello durante l’incursione.

Il CPJ ha aggiunto che “un giorno prima del suo arresto, al-Titi aveva pubblicato un articolo sul sito web della rete Quds News che criticava il governo israeliano per l’utilizzo dello sport per migliorare la sua reputazione internazionale”.

Il CPJ ha osservato che le autorità israeliane d’occupazione non hanno rilasciato nessun commento sulla vicenda.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.