Israele emette ordini per fermare i lavori di 22 case ed una moschea palestinesi

Cisgiordania – MEMO. Martedì, le forze d’occupazione israeliane hanno distribuito ordini per fermare i lavori contro 23 strutture palestinesi nel nord della Cisgiordania, tra cui una moschea e delle case, con il pretesto che sono state costruite senza permessi.

Azmi Shuqair, responsabile delle relazioni pubbliche del municipio di Zawiya, a ovest di Salfit, ha dichiarato ad Anadolu che le strutture notificate includono una moschea dove si tengono le preghiere e un edificio di quattro piani, case abitate, alcune pronte per ricevere gli inquilini e altre in costruzione.

Shuqair ha indicato che 14 avvisi simili sono stati distribuiti a strutture e locali agricoli circa un mese fa, sottolineando che tutte le strutture si trovano nell’Area C della città, dove è vietata qualsiasi modifica senza l’approvazione dell’occupazione israeliana.

Da parte sua, il governatore di Salfit, Abdullah Kamil, ha descritto le azioni dell’esercito d’occupazione israeliano come “politiche ingiuste” contro i cittadini palestinesi, aggiungendo che il governo d’estrema destra israeliano ha oltrepassato ogni limite e sta perseguitando persino i luoghi di culto, praticando un terrorismo di Stato organizzato contro i palestinesi e le loro proprietà.

Secondo i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, nei primi tre mesi di quest’anno Israele ha demolito 278 case e strutture palestinesi, la maggior parte delle quali nell’Area C.

Ai palestinesi è vietato apportare qualsiasi modifica o costruzione nell’Area C senza un permesso israeliano, quasi impossibile da ottenere, secondo le organizzazioni locali e internazionali.