Israele fa pressione sul Congresso per altre sanzioni anti-iraniane

PressTv. Mentre l’amministrazione Obama tenta di convincere i legislatori che ogni nuova sanzione contro l’Iran verrebbe vista come “cattiva fede”, Israele fa pressioni sul Congresso degli Stati Uniti per nuove sanzioni anti-iraniane.

Naftali Bennet, ministro israeliano per l’Economia e il Commercio, è attualmente a Washington per esercitare attivamente pressioni sui legislatori statunitensi affinché impongano più sanzioni all’Iran. “È come in un match di boxe dove l’avversario è a terra e l’arbitro conta sei, sette, otto, nove… e all’ultimissimo momento andiamo a tirarlo su e lasciamo andare la pressione. Ora non è il momento di allentarla”, ha detto Bennet giovedì [14 novembre 2013].

I commenti di Bennet arrivano il giorno dopo l’incontro riservato tenuto dal Segretario di Stato John Kerry con la Commissione Finanza del Senato, nello sforzo di convincere i legislatori che ogni nuova sanzione contro l’Iran verrebbe vista come “cattiva fede” e potrebbe “distruggere la possibilità di raggiungere un accordo sul programma di energia nucleare di Teheran”. “La nostra speranza ora è che non vengano introdotte nuove sanzioni, per la semplice ragione che, se accadesse, la cosa potrebbe essere vista come cattiva fede da quelli con cui stiamo negoziando, [e] potrebbe distruggere la possibilità di riuscire ad accordarsi”, ha detto Kerry prima di entrare al briefing a porte chiuse di mercoledì.

Tuttavia, riporta la rubrica The Cable su Foreign Policy, alcuni membri repubblicani della commissione hanno abbandonato l’incontro riservato, infuriati per il messaggio della Casa Bianca. Il senatore repubblicano Mark Kirk (Illinois) ha addirittura descritto il briefing come “anti-israeliano”, affermando che “mi si richiedeva di non credere tutto ciò che gli israeliani mi avevano appena detto”.

Il leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha anche fatto appello per “aumentare le sanzioni contro l’Iran”. “L’amministrazione sta promuovendo qualcosa che gli israeliani considerano un cattivo affare. È chiarissimo che anche i nostri alleati sunniti pensano che sia un cattivo affare. Guardandolo strettamente dal punto di vista americano, anch’io penso che si tratti di un cattivo accordo”, ha detto McConnell.

Ciononostante, il leader della maggioranza democratica al senato, il senatore democratico Harry Reid (Nevada), ha descritto il briefing di mercoledì con Kerry come “davvero utile”, e il senatore democratico Joe Manchin (West Virginia) ha detto che gli argomenti di Kerry sono stati molto convincenti.

Giovedì, il ministro israeliano per l’Economia e il Commercio ha anche detto che un possibile accordo sul nucleare tra Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania “potrebbe essere catastrofico”. Le osservazioni hanno fatto eco a quelle del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che il venerdì precedente aveva detto che un possibile accordo tra le due parti sarebbe un “accordo molto, molto cattivo”. La Casa Bianca è stata rapida nel rispondere, sostenendo che era “prematuro” criticare un accordo ancora in fase di discussione sul programma di energia nucleare iraniano.

Nel frattempo, la Casa Bianca ha criticato duramente il Congresso per aver tentato di imporre nuove sanzioni all’Iran, affermando che le sanzioni anti-iraniane sarebbero una “marcia verso la guerra”. “Il popolo americano non vuole una marcia verso la guerra”, ha detto giovedì il segretario stampa della Casa Bianca Jay Carney. “Sarebbe un errore introdurre nuove sanzioni mentre stiamo ancora progredendo nello stabilire una strada diplomatica”, ha affermato, in un briefing separato, la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki al Dipartimento di Stato.

La Commissione Finanza del Senato sta attualmente considerando un nuovo pacchetto di sanzioni anti-iraniane, fatto passare in luglio dalla Camera dei Rappresentanti controllata dai Repubblicani. Il progetto di legge della Camera cerca di tagliare le esportazioni petrolifere iraniane di un milione di barili al giorno per il prossimo anno e include minacce di forza militare contro l’Iran.

Dopo il briefing riservato di Kerry, mercoledì, il capo della Commissione Finanza del Senato, il senatore democratico Tim Johnson (South Dakota), ha detto di dover ancora decidere quando proseguire con la considerazione di una nuova legislazione sulle sanzioni anti-Iran.

Traduzione a cura di Elisa Proserpio