Ginevra II. Gli incontri di pace per la Siria sono fissati per il 12 dicembre

Damasco – Afp. La più volte rinviata conferenza di pace sul sanguinoso conflitto in Siria sarà tenuta il 12 dicembre. E’ quanto è stato comunicato giovedì da un giornale, dopo che un proiettile e due esplosioni hanno ucciso tre persone a Damasco.

La data è presunta, dato che il capo del gruppo degli Hezbollah sciiti del Libano, che sostiene il presidente della Siria Bashar Assad, potrebbe continuare a combattere a fianco del regime siriano.

Il quotidiano siriano al-Watan, citando fonti diplomatiche a Parigi, ha riportato che il segretario di Stato Americano John Kerry ha detto alla sua controparte francese, Laurent Fabius, che il  Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon avrebbe annunciato la data per il 25 novembre.

Secondo il giornale, una fonte del governo siriano ha rifiutato di confermare la notizia, mentre un consigliere del presidente dell’opposta Coalizione nazionale ha anche annunciato che una data  per le trattative non è stata decisa.

“Gli organizzatori del Ginevra II vogliono che la conferenza si tenga prima della fine dell’anno”, ha riferito all’Afp Munzer Aqbiq.

La comunità internazionale ha cercato per mesi di convocare una conferenza di pace a”Geneva II”,  ma le date altalenanti non fanno vedere progressi.

Il regime sostiene di avere la volontà di partecipare, ma che l’uscita del presidente Bashar Assad dal suo incarico non sarà sul tavolo delle trattative.

L’opposizione è divisa, ma ha fatto sapere, questo fine settimana, che avrebbe partecipato a determinate condizioni, inclusa l’uscita di Assad e l’esclusione dal processo di transizione.

Il ministro siriano dell’Informazione Omran al-Zohbi ha deriso le condizioni dell’opposizione.

“Coloro che sognano di andare a Ginevra a dare le chiavi di Damasco sono persone stupide, senza peso politico, che non capiscono nulla di politica e vivono in un regno di utopia”, avrebbe affermato Zohbi secondo l’agenzia di stampa Sana.

“Quelli che, qualche giorno fa, hanno annunciato la loro solerzia a partecipare al convegno lo hanno fatto cedendo alle richieste ufficiali dei loro capi”, ha detto alludendo ai governi occidentali, i quali sostengono i ribelli ma li hanno anche sottoposti a pressioni per partecipare ai negoziati di pace.

Assad ha parlato dei trattati in una telefonata con il presidente russo Vladimir Putin, giovedì, ha fatto sapere il Cremlino.

Sempre secondo il Cremlino, il presidente della Russia “ha valutato positivamente” la prontezza del governo di Assad a partecipare ai negoziati.

Poi, brevemente, un funzionario siriano ha affermato che un alto livello del team di Damasco dovrebbe andare a Mosca, lunedì, per incontrare gli ufficiali russi “per terminare i dettagli sulla conferenza di pace che dovrebbe essere tenuta a Ginevra”.

La delegazione dovrebbe includere il consigliere presidenziale Buthaina Shaaban, il vice ministro degli Esteri, Faisal Muqdad, e Ahmad Arnous, ministro degli Esteri sulle questioni europee.

La rinnovata discussione sulla conferenza di pace va oltre la continua violenza, con almeno tre persone uccise e 22 ferite da fuochi di mortaio e due esplosioni a Damasco.

L’agenzia di stampa di Stato, Sana, ha riportato le morti, citando la polizia che incolpava i “terroristi”, termine usato dal regime per indicare le forze di opposizione.

L’attacco è avvenuto a Mardam Bek Street e nel distretto di Kalassa, non lontano dalla storica moschea Ummayad e il frequentato mercato Hamidiyeh.

I ribelli nel quartiere della periferia di Damasco regolarmente bersagliano il centro della città con razzi e fuochi di mortaio.

Alcuni attacchi hanno causato un aumento nel numero di perdite, con quattro bambini e un uomo ucciso lunedì, quando un proiettile ha colpito uno scuolabus nel quartiere di  Bab Sharq.

Nel vicino Libano, il capo  Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha giurato di mantenere i suoi combattenti vicino al regime di Assad.

Il coinvolgimento Hezbollah nel conflitto ha attirato la critica internazionale e accresciuto le faziose tensioni in Libano, dove molti sunniti appoggiano la rivolta siriana.

“Noi abbiamo detto in diverse occasioni che la presenza dei nostri soldati in terra siriana è per difendere…la Siria, che supporta la resistenza contro Israele”, ha detto Nasrallah in un discorso pubblico prima della commemorazione dell’Ashura.

Traduzione di Rita Bastone