Israele: proibito ricordare la Nakba.

Migliaia di palestinesi hanno marciato ieri dalla città araba di at-Tira alle rovine del villaggio arabo di Miska – distrutto e svuotato dei suoi abitanti durante la creazione dello stato d'Israele nel 1948 – reggendo bandiere palestinesi e striscioni con i nomi dei villaggi arabi devastati durante la Nakba.

I manifestanti hanno intonato slogan contro l'occupazione israeliana e i suoi crimini contro i palestinesi e i loro villaggi, e hanno anche cantato i nomi delle centinaia di villaggi cancellati dall'occupazione israeliana.

I palestinesi residenti in Israele hanno commemorato così il 62° anniversario della Nakba, quando centinaia di migliaia di palestinesi e arabi vennero costretti a trasferirsi, e centinaia tra città e villaggi furono spazzati via mentre veniva fondato lo stato d'Israele.

Tredici anni fa, arabi e palestinesi ancora in territorio israeliano decisero che la loro protesta annuale in ricordo della Nakba sarebbe stata chiamata “La loro Indipendenza, la nostra Nakba”.

Il mese scorso, per contrastare queste iniziative, la Knesset ha emesso un decreto preliminare allo scopo di proibire qualsiasi commemorazione della Nakba e istruire il governo a punire finanziariamente i consigli e le municipalità locali che vi partecipano.

Il governo, in particolare, non dovrebbe sostenere alcuna autorità locale che:  

1. Non riconosca Israele come stato ebraico

2. Parli di “razzismo”, “violenza” e “terrorismo” [in riferimento a Israele, ndr]

3. Sostenga la lotta armata, le attività paramilitari e i gruppi e i paesi che combattono contro Israele

4. Celebri l'Indipendenza israeliana in memoria della Nakba, o come giornata di dolore

5. Diffami o boicotti la bandiera israeliana e il suo simbolo

Il deputato arabo alla Knesset Jamal Zahalka, dell'Assemblea nazional-democratica, ha affermato che gli arabi palestinesi non abbandoneranno mai il loro Diritto al ritorno, né dimenticheranno o perdoneranno i responsabili del crimine della Nakba, lo sgombero della popolazione locale, l'occupazione e il razzismo subiti.

Zahalka ha inoltre dichiarato a Arabs48 che mentre Israele celebra l'indipendenza, il mondo deve sapere che la stessa parola “indipendenza” è una grossa bugia.

“È vero, – spiega – il Mandato britannico finì nel 1948, ma l'occupazione che rimpiazzò la colonizzazione britannica è molto più pericolosa (…) [È] un progetto sionista che ha costretto la popolazione allo spostamento e continua a sradicarla dalle sue terre. Questo progetto sionista è sostenuto dalle potenze mondiali, che ancora ignorano e deridono i diritti, la storia e l'esistenza stessa dei palestinesi”.

Ha quindi definito “razzista” la legge contro la commemorazione della Nakba, e ha annunciato che gli arabi la sfideranno e la ostacoleranno.

“È una legge razzista, – ha sottolineato il leader arabo – un'ulteriore prova del declino ideologico e morale sionista: qualsiasi legge vieti alla popolazione di ricordare le sue sofferenze, e di esprimere il suo cordoglio, è una legge razzista. Questo ed altri decreti simili dimostrano che Israele non è né sarà mai in grado di abrogare la storia dei palestinesi locali; questa è la nostra terra, la nostra storia, e non riusciranno mai a farci perdere le nostre radici”.

(Fonte: Imemc)

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