La condanna del Pchr per le uccisioni a Jenin

PCHR – Centro Palestinese per i Diritti Umani

Comunicato stampa del  23 marzo 2014
Le forze israeliane uccidono  due civili palestinesi e un membro di un gruppo armato e colpiscono 12 civili nel campo profughi di Jenin

A seguito di un uso eccessivo della forza, sabato 22 marzo 2014, le forze israeliane hanno ucciso 2 civili palestinesi e un membro di un gruppo armato palestinese, e hanno ferito 12 civili e un membro delle forze di sicurezza nazionali palestinesi nel campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania.

Le forze israeliane hanno sostenuto, attraverso i media israeliani, di aver ucciso 3 palestinesi durante scontri armati nel sunnominato campo profughi. Tuttavia, le indagini condotte dal Pchr confutano l’affermazione israeliana e confermano che i due civili sono stati uccisi da forze israeliane che hanno aperto il fuoco pesantemente contro decine di cittadini che cercavano di prelevare e trasportare il corpo del militante nel centro del campo.

Secondo le indagini condotte dal Pchr, intorno alle 2:00 di sabato 22 marzo 2014, una squadra speciale militare israeliana dell’unità “Alimam” dell’ esercito israeliano, che viene descritta come “unità anti- terrorismo”  si è infiltrata nel sud del campo profughi di Jenin.  La squadra militare israeliana ha circondato una casa a due piani appartenente alla famiglia di ‘Azmi Mohammed Mahmoud al-Hasaniyah, di  67 anni, nella zona Tal’et al-Ghabe . Le forze israeliane hanno poi inviato un ampio supporto militare, che è stato dispiegato in tutto il campo, mentre i droni israeliani volavano sopra di loro. Cecchini israeliani sono saliti sui tetti delle case vicine, dopo aver ricevuto informazioni che Hamzah Jamal ‘Abdel Salam Abu al- Heijah, di 22 anni, leader locale delle brigate Izziddin al-Qassam (braccio armato di Hamas), era in casa.

Dopo  l’arrivo del supporto militare, le forze israeliane hanno fatto saltare in aria la porta principale delle case e hanno aperto il fuoco. Poi hanno urlato ai residenti di uscire. Quando gli abitanti stavano per uscire e Mohammed, di 23 anni, figlio del proprietario della casa, che è membro delle forze di sicurezza nazionali palestinesi, ha aperto la porta esterna  è stato colpito alla spalla sinistra. Tra le urla della sua famiglia, la sparatoria si è fermata e gli abitanti hanno cominciato ad uscire uno ad uno, mentre Abu al-Heijah era in una camera al secondo piano. Le forze israeliane hanno arrestato Mohammed e suo fratello, Majd,  di 18 anni, e hanno portato gli altri membri della sua famiglia in una casa vicina. Hanno poi fatto entrare un cane poliziotto per cercarlo, ma Hamzah l’ha ucciso e questo ha convinto le forze israeliane sul fatto che lui si trovava lì.  Le forze israeliane hanno quindi riempito la casa di proiettili e missili, distruggendo parzialmente l’edificio. Nel frattempo , sono scoppiati scontri armati tra militanti palestinesi , che stazionavano nell’area di al-Sahah e sulla montagna Abu Thahir, Hamzah dall’abitazione sotto assedio, da una parte, e le forze israeliane, dall’altra. Hamzah ha approfittato di questo ed è saltato da una delle finestre della casa. Dopo appena qualche metro, i cecchini hanno aperto il fuoco e lo hanno ucciso lasciandolo per due ore a dissanguarsi in strada. I giovani hanno poi cercato di prendere il suo corpo, ma le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro di loro. Essi hanno comunque continuato nell’intento e quando stavano passando nell’area di al-Sahah, le forze israeliane hanno sparato uccidendo due di loro: Yazan Mahmoud Basem  Taha “Jabarin”,  di 20 anni,  e Mahmoud ‘Omer Saleh Abu Zeinah,  di 24 anni, entrambi colpiti da un proiettile al petto. Quando si è sparsa la notizia della morte di 3 persone, i residenti del campo hanno iniziato a uscire dalle loro case. Immediatamente , i cecchini israeliani hanno aperto il fuoco contro questi civili ferendone 11, tra cui una donna di 65 anni. Così, il numero di civili feriti è salito a 12. Va ricordato che Hamzah Abu al- Heijah è il figlio di Jamal Abu al-Heijah , che sta scontando una condanna a 9 ergastoli nelle prigioni israelian. Hamzah era stato oggetto di vari tentativi di esecuzione extra giudiziari, l’ultimo dei quali il 18 dicembre 2013, quando un’unità speciale israeliana aveva tentato di colpirlo. Tuttavia, era riuscito a fuggire e Nafe’a  Jamil Nafe’a al-Sa’adi era stato ucciso.

Il PCHR condanna con forza questo crimine, che dimostra ulteriormente l’uso eccessivo della forza da parte delle forze israeliane contro i civili palestinesi nel disprezzo per la loro vita. Il PCHR invita la comunità internazionale a prendere provvedimenti immediati ed efficaci per fermare i crimini israeliani e ribadisce la sua richiesta perché le Alte Parti Contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 adempiano agli obblighi di cui all’articolo 1, cioè, di garantire il rispetto della Convenzione in ogni circostanza, e il loro obbligo, previsto dall’articolo 146, di perseguire le persone sospettate di commettere gravi violazioni della Quarta Convenzione di Ginevra. Queste gravi violazioni costituiscono crimini di guerra ai sensi dell’articolo 147 della medesima Convenzione e del Protocollo Aggiuntivo (I) delle Convenzioni di Ginevra .

Traduzione di Edy Meroli