La manifestazione di solidarietà alla famiglia del bimbo arso vivo termina con scontri

unnamedNablus-Ma’an. Domenica migliaia di Palestinesi hanno marciato verso il villaggio di Duma, a sud di Nablus, in solidarietà con la famiglia al-Dawabsha il cui figlio di 18 mesi è stato ucciso venerdì in un incendio doloso causato da coloni israeliani.

La marcia è stata voluta e organizzato da Fatah.

Mohammad al-Aloul, membro del Comitato centrale di Fatah, ha detto che tutta la Palestina è in rivolta, dai campi ai villaggi, ai paesi e alle città.

“Abbiamo visto la rabbia della nostra gente delle terre del 1948, la rabbia dei detenuti nelle carceri e la rabbia degli abitanti di Gerusalemme di tutti i quartieri della città sacra”, ha detto al-Aloul alla manifestazione.

Ha aggiunto che l’incendio doloso e l’uccisione di un bambino di 18 mesi è “un punto chiave della storia palestinese, e che l’attacco cambierà lo status quo, perché non può rimanere così com’è.

“[I Palestinesi] non possono continuare a rimanere in silenzio, come il resto del mondo”, ha detto al-Aloul.

Laila Ghannam, governatore di Ramallah, che ha dovuto raggiungere a piedi il villaggio dopo che le forze israeliane hanno impedito l’accesso alle sue auto, ha dichiarato che la “comunità israeliana dovrebbe vergognarsi di questi crimini che sono simili all’olocausto che hanno sofferto”. Ha aggiunto che Israele è responsabile di questo crimine “rimanendo in silenzio e chiudendo gli occhi sugli attacchi di coloni pieni di odio”.

Le forze israeliane hanno installato dei check-point all’ingresso del villaggio per impedire ai manifestanti di entrarvi.

Domenica sera sono scoppiati degli scontri dopo la marcia nel villaggio di Duma.

Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto che era in corso una rivolta di circa 100 Palestinesi che hanno fatto rotolare pneumatici in fiamme e hanno lanciato pietre contro le forze [israeliane] che hanno risposto con mezzi di dispersione antisommossa”.

Secondo gli abitanti, le forze israeliane hanno sparato lacrimogeni contro i manifestanti, causando problemi per l’inalazione di gas lacrimogeno a decine di persone.

I genitori e il fratello del bimbo palestinese di 18 mesi ucciso nell’attacco incendiario di venerdì rimangono in condizioni critiche, ha spiegato domenica mattina il ministro palestinese della Sanità.

Traduzione di Edy Meroli