La società civile palestinese chiede indagini sul bombardamento israeliano del centro per disabili di Gaza

ImemcMolti gruppi della società civile palestinese hanno chiesto un’indagine indipendente sul bombardamento israeliano al centro per disabili al-Mabarra di Jabalia che ha causato la morte di due residenti e ferito quattro persone, tuttora ricoverate con gravi bruciature e ferite da proiettile.

L’attacco ha avuto luogo durante il fine settimane, quando solo 5 dei 19 residenti si trovavano nella struttura, perché gli altri erano in visita alle rispettive famiglie. Tra i feriti c’erano Mai Hamada, 30 anni, e Salwa Abu al-Qomssan, 53 anni e portinaio del centro, tornato dalle preghiere del mattino pochi minuti prima del bombardamento.

Dopo aver intervistato i testimoni, il quotidiano The Guardian ha riportato: “Sembra un miracolo che qualcuno sia riuscito a sopravvivere a un missile esploso al centro della stanza, dove una deriva e parte del suo sistema di guida sono rimasti incastrati nel cemento. A lato si trovava un letto bruciato, danneggiato a causa dell’esplosione che ha dato fuoco alle pareti e ridotto le palme del giardino a dei tronconi circondati da macerie. ‘La bomba è caduta direttamente dal tetto’, ha riferito Mohammad Bahri, 22 anni, che vive nella casa a fianco. ‘Verso le 4:30 del mattino due droni hanno sparato dei colpi di avvertimento e poi è arrivato il jet che ha bombardato’.

“I residenti potevano appena muoversi, ha affermato il vicino, e stavano tutto il giorno a letto o sulla sedia a rotelle, per loro era impossibile scappare. Imad Abu Shedek ha negato che ci fossero missili palestinesi nelle vicinanze. ‘Qui non c’era resistenza. Avevo sentito che forse uno di quelli al piano di sopra fosse in rapporti con il Jihad islamico, ma non era presente durante l’attacco. Dopo aver sentito l’esplosione, sono andato lì e ho visto i corpi’”.

Stephanie Dekker, una reporter di Al Jazeera in diretta dall’ospedale Al-Shifa di Gaza, ha riportato: “La maggior parte delle vittime che vediamo sono, spropositatamente, civili. È davvero uno scenario orribile. Negli ospedali iniziano a mancare i materiali necessari per curare il numero sempre più alto di bisognosi”.

Riguardo l’attacco al centro per disabili al-Mabarra, il direttore ha riferito a un giornalista del New Yourk Times che le forze israeliane hanno tirato un ‘colpo di avvertimento’ prima di lanciare il missile che ha distrutto il centro “ma nessuno ha capito quale fosse lo scopo”, ha riferito. “Nessuno poteva immaginare che il centro fosse un bersaglio per qualcuno”. In ogni caso, ha affermato, le gravi condizioni di disabilità dei residenti non avrebbero loro permesso di fuggire da soli”.

Il New York Times ha riportato di aver intervistato un ufficiale militare israeliano anonimo, il quale ha affermato che “stanno indagando sull’obiettivo, su quale intelligence” li abbia condotti ad attaccare il centro per disabili. Il portavoce dell’armata ha sostenuto che “l’infrastruttura operativa di Hamas non ha un accampamento o una postazione particolare. Un palazzo a due piani potrebbe avere un deposito d’armi al primo piano, ha affermato, “con normali famiglie che vivono al piano di sopra”.

Tuttavia non ci sono prove a dimostrazione di un eventuale nascondiglio di armi. La rivendicazione militare era basata su ipotesi e il pretesto fornito è privo di prove. Il portavoce anonimo ha mostrato una foto aerea di una moschea che i militari hanno puntato durante un altro attacco, domenica a Nusseirat, dicendo che era “un nascondiglio di razzi di Hamas e un punto di ritrovo di militanti”. Ma la foto aerea non mostrava armi e il bombardamento della moschea non è stato seguito da una seconda esplosione, che sarebbe dovuta avvenire se davvero ci fossero state delle armi nascoste.

Muhammad al-Gharbi, il capo del centro al-Salam di Gaza, ha affermato che Israele durante il suo ultimo assalto a Gaza ha manifestato atteggiamenti barbarici senza precedenti, con i quali ha violato più volte le leggi internazionali e i decreti umanitari.

Inoltre ha posto l’accento sulla necessità di appellarsi alle corti internazionali in modo da iniziare un’azione legale contro Israele per il crime di guerra di aver attaccato civili disabili e centri terapeutici palestinesi, luoghi che dovrebbero essere “neutrali” e non obiettivi di attacco in guerra.

Traduzione di Valentina Vighetti