La tragedia di una famiglia a Gaza

Gaza City – Ma'an. Nur Salha aveva 15 anni quando vide un missile israeliano ridurre casa sua a un cumulo di macerie, uccidendogli la madre, due fratelli e due sorelle.

Il 9 gennaio 2009, durante l'operazione israeliana Piombo Fuso, un aereo da guerra bombardò infatti la casa di Nur a Bayt Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. A rimanere uccisi furono sua madre Randa, i fratelli Diyaa (14 anni) e Bahaa (4) e le sorelle Rana (12) e Rula (15 mesi).

All'inizio, quando sentii il boato, pensai che avessero colpito una zona vuota, ma poi vidi subito casa nostra che crollava” ricorda Nur.

Due anni sono passati dall'attacco, ma Nur sta ancora lottando per riprendersi dallo shock di aver raccolto le parti del corpo dei suoi familiari.

Suo padre Fayez afferma di ricordare ancora i suoi figli che giocavano quella stessa notte, spruzzandosi acqua tra di loro prima di andare a letto: “Alle forze israeliane è bastato un battito di ciglia per far finire la storia di una felice famiglia di Gaza”.

A Fayez sono rimaste due figlie, Ruba (12 anni) e Rasha (9), oltre a Nur che ora ha 17 anni.

Fayez dichiara di provare a insegnare a Nur l'amore per la vita, ma suo figlio preferisce rimanere in silenzio, passando la maggior parte del tempo al computer o a camminare da solo. Suo padre gli assicura che un giorno i palestinesi realizzeranno il loro sogno di libertà e indipendenza, ed ha anche piantato un giardino sul sito della casa distrutta, per cercare di dare una speranza ai suoi figli.

Mentre si prende cura del giardino, la famigliola discute degli ultimi avvenimenti della Tunisia e di Muhammad Bouazizi, che si è dato fuoco quando la polizia gli ha impedito di vendere frutta e verdura per guadagnarsi da vivere. L'episodio ha dato vita a un'ondata di proteste in tutto il paese, che hanno finito per rovesciare il regime del presidente Zine el-Abidine Ben Ali.

Noi possiamo fare molto di più senza nemmeno darci fuoco” dice Fayez ai suoi figli.

(Nella foto: i funerali della famiglia Salha; Wissam Nassar/MaanImages)

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